sabato 14 novembre 2015

Repubblica 14.11.15
Il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone
“In piazza gli ultimi giapponesi a protestare ormai sono pochi”


ROMA Sottosegretario Davide Faraone, le manifestazioni contro la Buona scuola sono state affollate. C’è un nocciolo “anti” che non demorde.
«Un nocciolo, dice bene. Di fronte a oltre 90mila assunzioni già effettuate e altre 90mila da fare nel 2016 c’è veramente poco materiale per protestare. Con le ultime 48mila proposte di nomine per il potenziamento abbiamo ricevuto solo attestati di ringraziamento. L’ultima manifestazione di piazza è figlia di un blocco ideologico che si scontra con l’evidenza dei fatti. I Cobas e i docenti disobbedienti della Cgil sono come gli ultimi giapponesi nella Seconda guerra mondiale, per capirci».
Una bandiera del Pd bruciata. I docenti, storicamente bacino della sinistra italiana, vi abbandonano?
«Sono certo che quello che brucia una bandiera in piazza non è un docente. Nessun timore per il voto. Gli insegnanti sanno che stiamo lavorando nella stessa direzione: fornire risorse economiche e professionali che la scuola non aveva mai avuto per offrire alle nuove generazioni un futuro all’altezza delle loro aspettative».
Martedì prossimo studenti in piazza da soli. Teme un autunno di opposizione e occupazioni?
«Non sono contro le occupazioni studentesche, sono stato criticato per questo. Attenzione, però, a non strumentalizzarle contro la Buona scuola. Le proteste hanno senso e dignità quando servono a ribellarsi a una stortura, a un sopruso. E non tutte le piazze sono uguali: c’è chi si è messo in gioco e chi protesta in modo ideologico e improduttivo. Gli studenti sono al centro di un percorso che li vede protagonisti, la delega sul diritto allo studio l’abbiamo costruita insieme e sarà la prima ad essere attuata nel 2016».
Negli istituti la Buona scuola è boicottata?
«Il contrario. Dopo una demonizzazione dei test Invalsi, oggi la quasi totalità degli istituti ha pubblicato il Rapporto di autovalutazione e i risultati Invalsi. Le scuole vanno avanti spedite anche grazie a risorse arrivate per la prima volta a inizio anno: i 233 milioni del fondo di funzionamento, raddoppiato, i 500 euro della card del docente, i soldi per la scuola digitale. Ora il piano d’inclusione, poi i nuovi asili 0-6 anni».
Le scelte sul Pof sono state spostate a gennaio.
«Abbiamo dato la possibilità alle scuole di lavorare con più tranquillità. È un anno ponte».
La data del concorsone?
«Sarà bandito a inizio dicembre».
Ci sono ancora 80mila precari che insegnano, dice la Cgil. Quanto tempo serve per guarire dalla supplentite?
«In tre anni assumeremo 180mila docenti, 20mila in più rispetto alle stime. La Cgil non lo dice, il Paese lo sa».
( c. z.)