lunedì 2 novembre 2015

La Stampa 2.11.15
A Montecitorio le prime scosse del terremoto dei vitalizi
di Carlo Bertini


La prima scossa l’ha data ieri Tito Boeri, ma il vero terremoto sui vitalizi arriverà nel 2016, quando la legge approderà in aula, visto che ormai è stata «calendarizzata» dalla prima commissione, la Affari Costituzionali. Chi lavora al dossier scommette che i vertici del governo daranno il placet a tirare dritto, pur mettendo in conto il feroce malcontento che si scatenerà da chi è in carica con due o tre mandati alle spalle. «Invece di restare altri due anni in sella a molti converrebbe andare subito a casa con una pensione più alta assai», spiega un dirigente Pd, facendo così capire perché questa potrebbe essere una legge in grado di far cadere un governo.
Dal 2012 i nuovi eletti sono assoggettati al contributivo ma tutti gli altri no. Matteo Richetti, relatore del Pd, sta assemblando le varie proposte di legge e la sua è una delle più hard: mira a togliere i vitalizi agli ex deputati e a uniformare le pensioni al contributivo, anche quelle di chi ha più legislature alle spalle. Uno dei possibili effetti? Tutti quelli che oggi in base alle vecchie norme ricevono un cospicuo vitalizio pur avendo fatto anni fa anche un giorno solo di mandato, percepirebbero una pensione sociale di 500 euro. Punto.
Ultima depositata due giorni fa, la proposta di legge di ex grillini, Turco, Artini e altri: anche questa prevede per gli onorevoli un sistema previdenziale identico a quello dei lavoratori dipendenti, esteso a quelli che percepiscono oggi un vitalizio, che verrebbe abolito e ricalcolato col sistema contributivo. Tocca pure il nodo delle indennità che verrebbero corrisposte in quote mensili comprensive dei rimborsi spese e di rappresentanza, senza separare le voci come avviene oggi. Richetti spiega che in prima commissione comincerà a breve l’esame di un testo unificato, con una serie di audizioni, dal presidente Inps, all’associazione degli ex parlamentari, molto combattiva. «Io voglio affermare il principio che per i parlamentari vale il sistema che vale per tutti i cittadini, anche retroattivo per chi beneficia del vitalizio col retributivo. E a chi parla di diritti acquisiti dico che se non è incostituzionale la Fornero, non lo è nemmeno vedere applicato il criterio contributivo alle pensioni dei parlamentari».