giovedì 26 novembre 2015

La Stampa 26.11.15
Sedici colpi sul ragazzo nero
Chicago torna a incendiarsi
di Francesco Semprini

Un giovane nero freddato da 16 colpi di pistola sparati a bruciapelo da un poliziotto bianco, il tutto ripreso in un video che rimbalza viralmente su web e tv mentre sull’America tutta si riaffaccia lo spettro della «discriminazione di Stato». L’episodio e dell’ottobre del 2014, quando nel corso di un pattugliamento per le strade di Chicago l’agente Jason Van Dyke incrocia il 17 enne afro-americano Laquan McDonald. Il giovane cammina in mezzo alla strada brandendo un coltello, passa davanti ad alcune auto della polizia, ma non sembra una minaccia per gli agenti. Ad un certo punto si allontana. All’improvviso, senza un apparente motivo, il poliziotto gli spara e continua a far fuoco nonostante il ragazzo piombi a terra. Sedici volte, una sequenza impietosa che raggiunge il ragazzino anche quando è immobile. L’episodio già allora aveva creato polemiche e proteste, specie perché l’America era ancora scossa dai fatti di Ferguson con l’uccisione del 18 enne nero Michael Brown da parte di un poliziotto bianco. Episodio quello che innescò una serie di proteste, degenerate in violenze, che attraversarono tutta l’America, e che si acuirono con l’uccisione di Laquan. Anche se quanto accaduto a Chicago non è stato mai tanto chiaro come due giorni fa, quando il video dell’uccisione del ragazzo nero è stato divulgato dalla polizia stessa. Una sequenza di immagini che ha dato di nuovo fuoco alle polveri, infiammando ancora una volta gli animi neri degli Stati Uniti. Al grido di «16 times», i manifestanti hanno protestato durante la notte nella città dell’Illinois dove sono stati segnalati tafferugli con la polizia e cinque arresti. Altri cortei di protesta sono previsti anche oggi e forse per tutto il fine settimana del Ringraziamento. È stata l’incriminazione dell’agente a evitare che le proteste a Chicago assumessero un risvolto violento, il poliziotto ora rischia da 20 anni all’ergastolo. Il suo legale sostiene che il video è scioccante, ma non racconta tutta la storia: «Il mio cliente ha temuto per la sua vita e quella degli altri agenti». La tensione è palpabile e il movimento «Black Lives Matter» minaccia di bloccare un centro commerciale durante il cosiddetto «Black Friday», il venerdì dello shopping quando scatta la corsa agli acquisti a prezzi scontatissimi. Proprio come lo scorso anno, quando la mancata incriminazione del poliziotto di Ferguson, trasformò il weekend del Thanksgiving da un’occasione di festa a teatro di scontro razziale.