mercoledì 25 novembre 2015

La Stampa 25.11.15
La strategia guarda al voto nella Capitale
di Marcello Sorgi


Anche se si trattava del suo primo intervento dopo la strage di Parigi, dedicato a illustrare la strategia italiana contro il terrorismo - un discorso, sia detto per inciso, in cui il premier ha accentuato ancora i toni anti-guerra rispetto a quelli di Hollande - la scelta di Renzi di pronunciarlo in Campidoglio, nella Sala degli Orazi e dei Curiazi, davanti al prefetto-commissario Tronca seduto in prima fila, era evidentemente connessa al destino di Roma.
Per due ragioni essenziali: la Capitale, tra poco più di due settimane, con l’inizio del Giubileo si trasformerà in uno degli obiettivi più a rischio per la violenza dei terroristi islamici e sarà sottoposta a uno spettacolare piano di sicurezza, già avviato in questi giorni, che rischia di accentuare il panico dei cittadini, già impressionati dagli attentati francesi e dall’allarme per nuovi possibili attacchi. Annunciando un piano di investimenti da due miliardi di euro e impegnandosi a spendere in cultura fondi pari a quelli destinati alla sicurezza, Renzi ha tentato di rasserenare gli animi e di convincere i cittadini, soprattutto quelli romani, che è possibile continuare a fare, se non proprio la stessa vita di prima, qualcosa che ci somigli, senza piegarsi al ricatto del terrore.
Il secondo motivo che ha spinto Renzi a parlare sullo sfondo del Campidoglio è che comincia ad avvertire il vuoto politico determinato dallo scioglimento del consiglio comunale e accentuato dalla fredda gestione prefettizia di Tronca e Gabrielli. L’idea che un periodo di silenzio, dopo tante grida e polemiche come quelle che hanno accompagnato la fine della stagione Marino, e in attesa di trovare un nome da mettere in pista per la successione, potesse servire a far decantare la situazione, si sta rivelando più debole, giorno dopo giorno. Anche perché centrodestra e Movimento 5 stelle stanno accelerando, Marchini è in corsa da mesi, e la campagna elettorale potrebbe prendere in anticipo una piega tipo “tutti contro il Pd”. A quel punto anche la scelta di un candidato forte (che comunque ancora non si trova) non basterebbe.
Renzi spera con alcune delle sue proposte (tra le altre, il bonus per i giovani e gli ottanta euro per le forze di polizia), che tuttavia comporteranno una riscrittura della legge di stabilità, di mettere in difficoltà le opposizioni, perché non è facile trovare argomenti per osteggiarle. Da ieri però è più chiaro che la debolezza con cui il Pd va incontro alle elezioni nelle grandi città costringerà Renzi a metterci sempre più la faccia.