La Stampa 25.11.15
Vatileaks2, Chaouqui in aula
“Mi dichiarerò rifugiata politica”
Gli avvocati esclusi dalla difesa: il Vaticano calpesta i diritti umani I giornalisti Fittipaldi e Nuzzi: ci negano anche gli atti di accusa
di Giacomo Galeazzi
Corvi e giornalisti per la prima volta insieme alla sbarra in Curia. Siedono gli uni accanto agli altri nei banchi dove tre anni fa ascoltò impassibile la propria condanna Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Ratzinger.
I 5 imputati rispondono di concorso nella divulgazione di documenti riservati: i 3 collaboratori pontifici anche di associazione a delinquere. Esclusi dal processo i legali Caterina Malavenda, Antonia Zaccaria e Giulia Bongiorno, tanto da far dire alla stessa Zaccaria: «Il Vaticano calpesta i diritti umani». Il clima è disteso. I gendarmi offrono l’acqua, il portavoce padre Federico Lombardi ostenta serenità, al pari dei magistrati.
Gelo tra gli imputati
Vicini eppure tra loro inconciliabili ieri gli imputati di Vatileaks. Il prelato Lucio Vallejo Balda, dimagrito e provato da tre settimane di reclusione, saluta in fretta l’autore di «Via Crucis», uno dei libri in cui sono stati pubblicati i documenti trafugati: Gianluigi Nuzzi gli chiede della mamma con cui il monsignore dell’Opus Dei ha vissuto fino all’arresto. Francesca Chaouqui è in guerra con tutti, né uno sguardo né una parola, mentre il più spaesato è Nicola Maio l’altro collaboratore laico della commissione da cui sono uscite le carte segrete sulle finanze .
La prima udienza si consuma in eccezioni procedurali. In aula l’avvocato di Vallejo Balda chiede tempo per studiare le carte, il giornalista Emiliano Fittipaldi definisce «indeterminato e generico» il capo d’accusa. Dalla camera di consiglio esce un doppio no alle contestazioni tecniche.
Niente nullità. Si procede a tappe serrate, lunedì incroceranno le loro verità il prelato e la sua ex consulente, approdati ora su posizioni contrapposte. «Dopo le innumerevoli compressioni del diritto di difesa- afferma la penalista Bongiorno- Chaouqui valuta di astenersi dalla partecipazione al procedimento in Vaticano, invocando lo status di rifugiata nel territorio italiano ai sensi del Trattato del 1929 con la Santa Sede, essendo poi incolpata di reati politici».
Giornalisti alla sbarra
Udienza riservata alle questioni preliminari e per questo durata poco più di un’ora, eppure entrata già in uno dei temi cruciali del processo: la consistenza delle accuse ai due cronisti chiamati a giudizio per aver pubblicato notizie riservate. Zero ritardi, quindi.
Esaurita la costituzione delle parti, e in assenza della parte lesa, cioè la Santa Sede non rappresentata in aula, da lunedì si passa subito agli interrogatori. Nel fascicolo anche un memoriale predisposto dal prelato spagnolo durante la detenzione per ricostruisce la natura e i particolari dei suoi rapporti con la pr. I legali della Chaouqui puntano l’indice contro «fantasiose calunnie per le quali è stata formalizzata una denuncia-querela nei confronti di Vallejo Balda». Una situazione aggravata dalla «gravidanza a rischio, che l’ha costretta a recarsi più volte in ospedale». Guerra di nervi a colpi di tweet in aula, dichiarazioni ai media, richieste di aiuto all’Ocse e ai presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Prove della Gendarmeria
La corte presieduta da Giuseppe Dalla Torre non si lascia confondere e indica senza indugio la tabella di marcia del processo. «Non ho potuto scegliere l’avvocato, me ne hanno assegnato uno d’ufficio negandomi gli atti di un processo che è espressione di una Chiesa oscurantista- protesta Nuzzi-.Non sono un martire, ho fatto soltanto il mio dovere. Ho testimoni. Il Papa parla di documenti rubati ma a nessuno è stato contestato il furto o la rapina».
Piena luce deve ancora essere fatta sul movente. Che cosa ha indotto un prelato in carriera a fare ciò che, secondo l’accusa, ha fatto? Dall’inchiesta emergono prove che attestano non soltanto le responsabilità dei «corvi» ma anche i loro contatti coi giornalisti. Gli elementi acquisiti dalla Gendarmeria attraverso perquisizioni e intercettazioni hanno permesso la convalida dell’arresto del prelato e della Chaouqui. Se reggono il passaggio in aula, la sentenza sarà veloce. E prima che l’ 8 dicembre inizi il Giubileo, Vatileaks potrebbe essere chiusa.