La Stampa 2.11.15
Tronca al lavoro: “Il Papa mi dà forza”
L’esecutivo pronto a stanziare 300 milioni di euro per il Giubileo
di Alessandra Paolini
ROMA. C’è anche la benedizione di papa Francesco nel primo giorno in Campidoglio di Francesco Paolo Tronca, il neo commissario della capitale chiamato a traghettare Roma alle amministrative di primavera. «Il Santo padre mi ha rivolto bellissime parole di benvenuto e di forza per andare avanti», dirà sul piazzale del Verano dopo aver accolto Bergoglio che nel cimitero monumentale celebra la messa di Ognissanti.
Roma volta pagina, dunque. Portati via gli ultimi scatoloni dell’ex sindaco Marino, ieri per il neo commissario è stata una giornata intensa. Cominciata a palazzo Valentini con la notifica dell’incarico da parte del prefetto di Roma Franco Gabrielli, collega di tante emergenze affrontate insieme. Come quella della Costa Concordia. E di emergenza si è parlato anche stavolta, in un vertice di due ore. Il Giubileo è alle porte: 36 giorni e per la città comincerà un anno complicatissimo, con i cantieri e i lavori quasi tutti ancora fermi. Anche il “dream team”, la squadra dei sogni, che dovrebbe affiancare il duo Tronca-Gabrielli non è problema da poco. Tutta da costruire. I nomi da scegliere sono tanti e i giorni per decidere pochi. «Ho dato un’occhiata alle priorità. E ora le metabolizzo, spero d’incontrare presto Renzi», ha detto Tronca dopo le prime ore trascorse nel suo nuovo ufficio con affaccio sui Fori. E da dove prima dell’ora di pranzo si è affacciato salutando i fotografi. «Buon lavoro a tutti».
Certo, la sfida è ardua, anche se dal governo dovrebbero arrivare 300 milioni di euro. Il modello Expo basterà? «Vedremo cosa riuscirò a fare», risponde ai cronisti. Ma l’obiettivo si può centrare. «Quando si ha un sorriso benedicente come quello del Santo Padre spiega all’uscita del Verano il timone inevitabilmente lo si tiene in modo più saldo». Ma resta spiazzato quando una donna anziana dopo la messa gli va incontro: «Lei è quello di Milano? La prego ci aiuti, qui a Roma siamo proprio nei guai».