La Stampa 11.11.15
Cuperlo: ci batteremo per correggere la legge di Stabilità
L’ex presidente Pd: sono contrario al Ponte di Messina
intervista di Francesco Maesano
La legge di Stabilità non convince fino in fondo Gianni Cuperlo. Nulla di inaspettato. Ma nel momento in cui a sinistra del Pd c’è un cantiere aperto lui spiega di non essere disposto a uscire a mani vuote dalla sessione di bilancio. «Abbiamo i nostri dieci emendamenti, li difenderemo e li voteremo. Anche contro la maggioranza, se vorrà votare contro».
Siete pronti a votare anche quelli di altri gruppi che vadano nella vostra direzione?
«Sì ma soprattutto mi auguro che ci sia da parte del gruppo dirigente del mio partito e del Governo la disponibilità per capire che le nostre proposte non vogliono sabotare ma migliorare la legge di Stabilità. Noi facciamo il tifo per il Paese, non contro».
Anche per questo governo?
«Certo, anche per questo governo».
Anche se mettesse la fiducia sulla legge di Stabilità?
«In quel caso non potremmo votare no e restare nel Pd. Ma faremo di tutto perché non ci si arrivi».
Dunque migliorare la legge restando nel Pd?
«Noi prendiamo il buono che c’è nella Stabilità e proviamo a portare un Paese come il nostro a livelli di prestazioni sociali più alte».
Sulla sanità fin dove siete disposti a seguire Renzi?
«Ha ragione Matteo a dire che ci sono più soldi dello scorso anno. Però a luglio 2014 il patto per la salute ne prevedeva 115. Siamo a 111. E almeno 800 milioni servono per i livelli essenziali di assistenza».
Volete di più. Lo dite da quando è stata presentata la legge. Come lo otterrete?
«Ci batteremo in Parlamento, spiegheremo come si può fare. C’è il nostro emendamento sulla Tasi, che stabilisce una soglia di detrazione a 400 euro. Così si recupera un miliardo e mezzo per far fronte all’impegno sulla sanità».
Da Renzi vi sono arrivati segnali di apertura, anche informali, in queste ore?
«Sì. Ad esempio Palazzo Chigi ha aperto alla nostra proposta di inserire la trasmissione delle fatture per via telematica. Una misura che serve per favorire il recupero del gettito Iva».
Cosa vi piace della legge di Stabilità?
«Di cose apprezzabili ce ne sono, come il sostegno a chi sta peggio. Ma noi abbiamo sei milioni di italiani in difficoltà. Forse è il momento di ragionare davvero su un intervento universalistico».
Su questo la sinistra non è arrivata un po’ in ritardo rispetto al M5S?
«Il Reis, reddito d’inclusione sociale, è arrivato prima della loro proposta, che in ogni caso è suggestiva e della quale mi piacerebbe discutere. Segnalo però che il loro sistema, a regime, costa 15 miliardi. Con il Reis siamo a meno della metà».
Era a Roma domenica pomeriggio?
«Ero a Torino, celebravo un matrimonio».
Cosa ne pensa di Sinistra Italiana?
«Non ha senso che il primo obiettivo di una nuova formazione di sinistra sia attaccare la parte sinistra del Pd. Così come non hanno senso certe espressioni usate dal mio partito verso Sinistra Italiana».
Vede un domani di nuovo insieme?
«Non c’è alternativa. Dovremo incontrarci se vogliamo vincere le amministrative e le politiche. Io mi batto contro la logica della contrapposizione. Sono per gettare ponti».
Anche sullo Stretto di Messina?
«Direi di no. E non vorrei che il dibattito intorno al ponte nascondesse il gigantesco problema infrastrutturale del Paese».
Ma il ponte sullo Stretto fa parte nel patrimonio ideale, simbolico, del centrosinistra?
«No, non ne fa parte».