Il Sole Domenica 22.11.15
Verso il 25 novembre
I costi sociali della violenza sulle donne
di Eliana Di Caro
Le ricerche e i libri sulla condizione femminile (donne e diritti, donne e lavoro, donne e rappresentanza politica) negli ultimi tempi sono sempre più numerosi, a diversi livelli istituzionali, un segno che quantomeno il tema è portato all’attenzione della collettività. È un primo, pur magro, risultato, soprattutto sul fronte della necessità di una maggiore consapevolezza e dell’importanza di acquisirla sempre più. In vista del 25 novembre, giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’ultimo significativo studio comunitario sull’argomento è stato condotto dalla Agency for fundamental rights (Fra) della Ue. È il frutto delle interviste a 42mila donne tra i 18 e i 78 anni dei 28 Paesi della Ue, almeno 1.500 per ogni Stato, selezionate a caso.
Le domande rivolte loro riguardano le esperienze di violenza fisica, sessuale e psicologica, inclusi gli episodi di violenza perpetrata dal partner (“violenza domestica”), le molestie sessuali e i comportamenti persecutori (stalking) e il ruolo delle nuove tecnologie nelle esperienze di abuso. L’indagine comprende anche domande sulle esperienze di violenza subite durante l’infanzia. Cosa ne è emerso: l’abuso è un fenomeno diffuso che influisce sulla vita di molte vittime, ma che molto raramente è segnalato alle autorità. Per esempio, una donna su 10 ha subìto una qualche forma di violenza sessuale dall’età di 15 anni e una su 20 è stata vittima di stupro. Poco più di una su cinque è stata colpita da violenza fisica e/o sessuale inflitta dal partner attuale o precedente e poco più di una su 10 indica di aver subìto una forma di violenza sessuale da parte di un adulto prima di aver compiuto 15 anni. Tuttavia solo il 14 % delle donne ha denunciato alla polizia l’episodio più grave di violenza perpetrata dal compagno e appena il 13 % ha rivelato il caso di violenza subìta da sconosciuti.
Tutto questo ha dei costi enormi, in termini economici e sociali, di messa a punto di servizi che gestiscano l’impatto psicologico, giuridico e sanitario, di lavoro di prevenzione. L’Eige (European Institute for gender Equality) li ha quantificati nella ricerca «Estimating the costs of gender-based violence in the European Union». Partendo da dati relativi all’Inghilterra, in cui il costo della violenza contro le donne all’interno di una relazione è pari a 13,5 miliardi di euro - e sale a 28,5 miliardi se si considera la violenza in assoluto - si è ricavata la cifra europea: 226 miliardi di euro.
«L’Europa avrà finalmente una sua struttura interamente dedicata al fenomeno della violenza sulla donne». Con queste parole Barbara Matera, europarlamentare di Forza Italia, aveva recentemente commentato l’approvazione, in sede di votazione del Bilancio 2016, di una sua proposta con la quale veniva istituito uno Sportello antiviolenza europeo che avrà sede proprio a Vilnius, all’Eige. È un primo passo per monitorare il tema della violenza non più soltanto su base nazionale ma a livello comunitario nella speranza «dell’approvazione di un’eurodirettiva che, mi auguro, possa vedere la luce al più presto: non in tutti i Paesi europei la battaglia contro la violenza di genere viene portata avanti con la stessa efficacia. Una norma obbligatoria che uniformi le migliori legislazioni nazionali è assolutamente indispensabile».
Mercoledì nella capitale lituana, in occasione della Giornata mondiale del 25 novembre, ci sarà una tavola rotonda organizzata dall’Istituto italiano di Cultura guidato da Paola Cioni. Interverranno alcune esponenti del gruppo Controparola: Chiara Valentini, che parlerà dello «Stupro come arma di Guerra», Francesca Sancin, con il focus «Le parole sono importanti: come i media raccontano la violenza sulle donne». Chiuderà Dacia Maraini con un reading dal suo libro L’amore rubato . Sul fronte lituano toccherà a Rita Lilija Henrika Vasiliauskien?, direttrice del centro internazionale delle donne di Vilnius, e a Dalia Kedavi?ien? del Ministero degli Interni lituano.