Il Fatto 21.11.15
Toh, Rossi s’è svegliato renziano
Che non fosse esattamente uno col killer instinct si era capito. E avevamo intuito che se Matteo Renzi avesse potuto scegliersi un oppositore, mai avrebbe chiesto qualcuno diverso da lui. Ma il governatore della Toscana Enrico Rossi ormai pecca di eccesso di zelo nel dimostrare di essere sì un candidato alternativo (o complementare?) a Renzi per il congresso del Partito democratico nel 2017, ma non certo un avversario. Mai e poi mai un nemico. “La rottamazione ha avuto un senso positivo”, dice Rossi a La Stampa. E ci mancherebbe, ha rottamato gli altri ma non lui che, pur essendo rosso e post comunista, è sopravvissuto ed è stato pure rieletto. Andrà perfino alla Leopolda, cioè alla convention di Renzi: “Rappresenta la corrente maggiore del mio partito, dove parlerà il mio segretario. Se mi daranno la parola, parlerò di legge di Stabilità e di radicamento del partito. Questa convention autorizza a organizzarne anche altre: dobbiamo essere plurali ma uniti”. Dove lo trova Matteo Renzi un altro oppositore così? Finirà che, al congresso, Enrico Rossi voterà Renzi. Unito e plurale.