domenica 15 novembre 2015

Corriere La Lettura 15.1.15
Copernico vivisezionato
di Stefano Gattei


Il De revolutionibus libri sex (1543) di Copernico è uno dei pochi testi che stabiliscono un prima e un dopo: la Terra viene strappata dalla propria posizione privilegiata nel cosmo, l’uomo non è più al centro del mondo. L’universo non gira più per lui. Esce in questi giorni per Les Belles Lettres una nuova edizione dell’opera, che sarà un punto di riferimento imprescindibile per gli studi a venire. Frutto di lunghi anni di lavoro da parte di un gruppo eccezionale di studiosi dell’Osservatorio astronomico di Parigi (Michel-Pierre Lerner, Alain-Philippe Segonds e Jean-Pierre Verdet, con la preziosa collaborazione di Isabelle Pantin, Denis Savoie, Michel Toulmonde e in particolare di Concetta Luna, filologa della Scuola Normale di Pisa) i tre volumi — introduzione, testo latino e traduzione francese a fronte, commento — coprono complessivamente oltre 2.700 pagine. L’opera si caratterizza per intelligenza critica e perizia filologica: due elementi ineludibili, secondo Eugenio Garin, senza i quali la pagina rimane muta. L’analisi del testo, stabilito sulla base delle tre edizioni a stampa (oltre alla princeps, quelle del 1566 e del 1617) e del manoscritto, ha potuto per esempio evidenziare come la fine del libro quinto e buona parte del libro sesto siano una traduzione (implicita) dall’ Almagesto di Tolomeo. Una novità assoluta, ma non la sola, in un’edizione destinata a rimanere nel tempo.