Corriere 7.11.15
La sinistra si ritrova ma è già divisa. Oggi la nuova iniziativa con i fuoriusciti del Pd e i vertici di Sel Landini sta a guardare. I dubbi di Civati
di Alessandro Trocino
ROMA Si riparte. Ma come nella migliore tradizione della sinistra italiana, si riparte divisi. E così, oggi, all’appuntamento al Quirino di Roma che lancerà un nuovo soggetto politico, la «Sinistra italiana», mancherà Pippo Civati, poco convinto dall’accelerazione. Ci saranno invece i fuoriusciti del Pd, recenti e non, a cominciare da Alfredo D’Attorre. E ci sarà lo stato maggiore di Sel, pronto a battezzare i nuovi gruppi parlamentari allargati. Nichi Vendola lancia l’appuntamento e sfida Renzi: «La sinistra che cambia è quella che propone una strada alternativa, praticabile e concreta, capace di trovare soluzioni ai grandi problemi del Paese: disuguaglianza, povertà, disoccupazione, mancanza di innovazione nel sistema d’impresa».
Il legame più forte di questo nuovo rassemblement è l’antirenzismo. Non va giù, per esempio, a D’Attorre, l’atteggiamento morbido di Pier Luigi Bersani, che è critico ma resta legato al Pd: «Stimo e sono grato a Bersani, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà: la sinistra interna nel Pd di Renzi non è riuscita a toccare palla».
I malumori antirenziani nel Pd hanno portato a un piccolo esodo, che va a confluire ora nel gruppo di Sel (una trentina alla Camera e una decina al Senato, compresi alcuni ex M5s). Ma che si propone un progetto più ampio: «Finora — dice D’Attorre — gli orfani del Pd sembravano destinati alla frammentazione. Ora non è più così e parte un grande processo per una sinistra plurale, larga, popolare».
Per ora non lo è ancora, larga e popolare, ma presto ci dovrà essere una costituente che proverà a riunire quel resta della vecchia sinistra, rivitalizzandola. All’appello per una nuova Sinistra (ma non ai gruppi) hanno risposto, oltre a Sel, Possibile di Civati, Futuro a sinistra di Stefano Fassina, Prc di Paolo Ferrero e l’Altra Europa con Tsipras di Marco Revelli. Mancano all’appello Maurizio Landini, che ieri ha incontrato Luigi Zanda, il Partito comunista di Marco Rizzo e i Verdi di Angelo Bonelli.
Civati è scettico: «È sbagliato partire così. Sel ha aderito alle primarie del Pd e quindi appoggerà il suo candidato. Ma io e il resto della sinistra, no. Mi pare difficile fare un partito con due candidati sindaci. E poi hanno confuso il passaggio parlamentare con quello politico. Vediamo che succederà».
Insomma, per ora non ci siamo. La distanza è di approccio politico, oltre che di guerra per la leadership. D’Attorre ribadisce che l’ispirazione del nuovo soggetto dovrà essere «ulivista». E quindi, a sinistra del Pd, ma potenzialmente suo alleato. Dato che, per Civati, è anche in contraddizione con una partenza che in sostanza crea una «Sel allargata». Ribatte D’Attorre: «Vogliono dipingerci come il solito partitino radicale di sinistra, ma non è così. Vogliamo coprire uno spazio di centrosinistra ulivista, con un nuovo gruppo dirigente».
Al Quirino chiuderà Arturo Scotto, capogruppo Sel alla Camera. Prima ci sarà spazio per molti. Ci saranno il saluto inviato da Sergio Cofferati e dalla presidente della Camera Laura Boldrini. Un messaggio video dell’economista di sinistra Mariana Mazzucato e interventi di rappresentanti della società civile. Citatissimo Stefano Rodotà, che non potrà dare la sua benedizione, perché in Brasile per un ciclo di conferenze. Così come non dovrebbe esserci Corradino Mineo, dopo la dura polemica dei giorni scorsi. Ci sarà, invece, Claudio Fava, di rientro nel gruppo di Sel, dopo esserne uscito insieme a Gennaro Migliore. Non manca un appello di intellettuali per una nuova sinistra, firmato tra gli altri da Remo Bodei, Nadia Urbinati e Michele Prospero .