giovedì 5 novembre 2015

Corriere 5.11.15
L’Urss dopo Krusciov. La grigia era di Breznev
risponde Sergio Romano


Leonid Breznev, dopo Stalin è stato il leader che ha governato più a lungo l’Unione Sovietica, ossia dal 1964 fino alla sua morte avvenuta nel 1982. Ci può descrivere il personaggio e spiegarci come mai durante il periodo del suo governo, l’Urss dette l’impressione di essere completamente «bloccata» sia ideologicamente che dal punto di vista economico? È corretto dare questo giudizio su quell’epoca storica?
Franco Cosulich

Caro Cosulich,
Non è possibile giudicare Leonid Breznev, primo segretario del partito comunista sovietico dopo la brusca liquidazione politica di Nikita Krusciov nell’ottobre del 1964, senza ricordare quali fossero le condizioni dell’Urss nel momento in cui fu chiamato al potere. Il predecessore aveva governato con estro, fantasia e qualche interessante illuminazione. Ma aveva collezionato parecchi incidenti di percorso, anche sul piano internazionale, aveva fatto mirabolanti promesse sui trionfi del comunismo che non erano state mantenute e avviato riforme che erano clamorosamente fallite. L’egemonia sovietica sull’universo comunista era stata messa in discussione dallo scisma cinese. La destalinizzazione aveva suscitato molte speranze nella società, ma irritato i quadri più conservatori, contrari a qualsiasi forma di liberalizzazione.
In una prima fase Breznev dette prova di un certo pragmatismo, non privo di qualche iniziativa riformatrice. Ma in breve tempo si era piegato alla volontà dei boiardi comunisti che controllavano la grande macchina del partito. In un libro recente, pubblicato da Sperling&Kupfer ( Il nuovo muro ), Michail Gorbaciov scrive: «Ho ricordi di Breznev in vari momenti della sua vita; quando era aperto ai nuovi sistemi e quando invece aveva smesso di percepire le alternative e si era di fatto ritrovato ostaggio di quella parte del suo entourage che sfruttava a proprio vantaggio le sue debolezze di uomo anziano e più tardi malato. Il ristagno del Paese faceva comodo a certe persone che in quella situazione erano riuscite a fare carriera, a promuove i propri interessi». Il risultato, sempre secondo Gorbaciov, fu «uno stalinismo sui generis . Mancava la repressione violenta, ma ogni cosa era sotto controllo».
Vi fu, grazie all’aumento del prezzo del petrolio, un miglioramento del livello di vita, ma ne trassero vantaggio principalmente le élite del regime, fra cui, naturalmente, lo stesso Breznev. Nella sua Storia della R ussia , Nicholas V. Riazanovsky scrive: «Si vuole che la madre di Breznev, una donna incolta, alla vista della splendida collezione di automobili del figlio, abbia esclamato: "È tutto molto bello, figlio mio, ma se i bolscevichi tornassero?”».