lunedì 23 novembre 2015

Corriere 23.11.15
Avevamo dimenticato l’energia dell’odio
di Robert McLiam Wilson


Non voglio più guardare i loro volti. Sono scosso dalla loro giovinezza. Sono scosso dalla loro bellezza. Quella stupida giovinezza, quell’innocenza stordita, quella sensazione di essere eterno e la convinzione ineluttabile, che i giovani hanno, di piacere a tutti.
Siamo tutti fissati con i volti, non è vero? Ci piace leggerne le storie, i segni, perfino la musica. Da bambini, la prima cosa che vediamo è un volto umano. Se siamo molto fortunati, anche l’ultima cosa che vediamo è un volto umano, che ci accompagna, offrendoci qualcosa a cui dire addio.
Sì, questi siamo noi. Per noi, i volti sono tutto.
Non voglio più guardare i loro volti.
È passato molto tempo da quando gli occidentali privilegiati hanno avuto bisogno di odiare qualcuno. Hanno dimenticato cosa vuol dire. Hanno dimenticato quanto può essere divertente l’odio.
Che cos'è l’odio? Beh, è il Grande Persuasore. Nessuna ideologia, nessun principio, nessun ideale può avvicinarsi alla gamma e al potere dell’odio. Con la sua energia drogata e la sua convinzione totale, l’odio può farti mangiare montagne e bere oceani. È la benzina per qualsiasi fiamma emotiva, un moltiplicatore sinergico per qualsiasi risentimento, una lente di ingrandimento nucleare per qualsiasi pregiudizio. Il suo fascino principale? Assoluta e totale rettitudine. Quelli che odiano non credono di avere ragione, lo sanno. L’odio l’ha detto loro. L’odio gliel’ha mostrato. E l’odio non può essere persuaso. Con lui non si può mai negoziare.
Sono cresciuto con questa roba, a Belfast, un minuscolo buco di merda, marinato in antichi odi, come una malattia cronica in remissione semipermanente. Se si impara qualcosa abbastanza presto, lo si codifica nel proprio Dna. Diventa memoria muscolare o un fenomeno autonomo come il sonno o la respirazione. Lo conoscete come conoscete voi stessi.
Così, ho imparato che l’odio è divertente e utile. E mi dispiace dire che ho imparato anche che, nonostante quello che ci dicono i benpensanti, quasi mai l’amore riesce a trionfare su tutto. L’amore non ha alcuna possibilità contro l’odio.
Esito a dire la verità. È molto brutta e priva di alcun conforto. La vostra tristezza su Facebook e il coraggio su Twitter non fanno alcuna differenza. Quelli che dicono che non è guerra hanno perfettamente ragione. Non è guerra. Si tratta di un massacro. Questa settimana Parigi è un mattatoio.
Loro erano le vittime e noi siamo gli obiettivi. Perché non si possono terrorizzare i morti.
Jean-Jacques Rousseau si era sbagliato su quasi tutto. Amo Rousseau, ma ha torto tanto quanto è influente. Ha contribuito a creare l’affascinante sogno dei diritti umani come qualcosa che ognuno di noi possiede individualmente. Una sorta di cappotto che indossiamo, non importa che tempo faccia. Qui ci sono i miei diritti. Sono parte di me, come le mie lentiggini o il mio colore di capelli.
Non sono il primo a dire che abbiamo solo i diritti che possiamo far rispettare. Ma direi che i nostri diritti sono in realtà quasi completamente nelle mani delle persone che incontriamo. Belfast me l’ha insegnato. Dopo una serie particolarmente prolungata di uccisioni per vendetta, quando avevo 12 anni, ho imparato che quando il ragazzo con la Browning 9MM bussa alla tua porta nel bel mezzo della notte con alcune sincere obiezioni politiche, è lui che possiede tutti i diritti. Ciascuno di essi. E se ha un AK-47, possiede anche i diritti di tutte le persone accanto a te.
Questa è l’orribile verità. Il vostro diritto di vivere e respirare dipende dalla pazienza di coloro che potrebbero essere tentati di portarvelo via. Dipende dal loro umore e capriccio. È sempre stato così.
Questo è il vostro mondo ora. Questo è il nuovo adesso. Ma non preoccupatevi. Vi ci abituerete. Come uomo di Belfast, posso dirvi quello che fanno i cittadini con esperienze di conflitti. È facile. Perché quello che fanno è esattamente questo... niente. Costruiscono una vita intorno all’orrore e le cose vanno avanti come al solito, la nuova normalità. Gli episodi di violenza diventano una sorta di ingorgo molto brutto. Si tenta di evitarli, ma non c’è molto che si possa fare per fermarli. Non è disinteresse. È l’adattamento umano, la riscrittura del Dna.
Così, gli attacchi a Charlie Hebdo erano per aver schernito il profeta? Ok. Ma ora queste nuove barbarie sono per le interferenze in Siria. Davvero? Di cosa si tratta? Di sgomento dottrinale o sofferenza geopolitica? Pensate che questo branco di sociopatici super perdenti avrebbe potuto fornire un sunto coerente delle loro obiezioni politiche? Avrebbero citato Mao, facendolo? Non cadete in errore, amici europei, siete in una guerra di stronzate con stronzi senza cervello.
Osservate la traiettoria intellettuale dei guerrieri con scarso quoziente intellettivo che fanno queste cose. Quasi la stessa di tutti i simili cretini che conoscevo a Belfast. Questa roba è un bel salto di carriera per chi è annoiato dal suo stile di vita da perdente. Ti sei impantanato, spacci un po’ di droga scadente o sei un piccolo pappone? Non sei più il bello e dannato del liceo? Perché non attrezzarti e uccidere delle persone? In America, ragazzi bianchi vergini teste di cavolo fanno la stessa cosa quasi ogni mese.
L’idea che gli assassini di Parigi volessero protestare contro l’emarginazione o causare una reazione militare eccessiva in Medio Oriente è ridicolmente fuori strada. Qui non vi è alcun contenuto, nessuna tesi. Smettiamola di far finta che ci sia. Questo è ciò che fanno le persone che pensano quando reagiscono all’assenza di pensiero: riempiono i vuoti con le proprie proiezioni. Sì. C’è un messaggio. Ma è molto semplice. È stato presente a lungo in tutti i Paesi, in tutte le culture. Chiedete a chiunque viva in un quartiere malfamato cosa vuole comunicare questa grottesca barbarie. Sta dicendo: siamo cattivi. Non fateci incazzare .
Le strade erano quasi vuote oggi. Era come una specie di incubo natalizio. Le poche persone che ho visto, camminavano con un passo speciale, un’andatura dolce e silenziosa. Mi ha ricordato il modo in cui la gente a volte camminava nella città dove sono nato. Sono stato sopraffatto dalla tenerezza per i miei compagni parigini. Anch’essi oggi mi sono sembrati bellissimi. Neri, marroni, bianchi o nessuno dei precedenti, erano i miei fratelli, le mie sorelle. Anche loro brillavano. Una luce brillante e tranquilla.
Dovrei essere cauto con l’analogia con l’Irlanda del Nord. Ma, in un certo senso, si tratta ancora di un banco di prova per come cose del genere possano accadere in Europa. Questo non fa di Belfast un modello di ciò che sarà Parigi (o Roma o Berlino). Spero comunque di no. Perché nessuno ha vinto a Belfast. E nulla è mai cambiato. Abbiamo detto cento volte che non avremmo mai dimenticato. Eppure dimentichiamo sempre.
(traduzione x-trim solutions)