venerdì 20 novembre 2015

Corriere 20.11.15
I metalmeccanici
Landini: chiediamo aumenti del 3% e salario contrattato ogni anno
intervista di Enrico Marro


ROMA La Fiom, dopo i tragici fatti di Parigi, ha confermato la manifestazione di domani a Roma. È sicuro che si farà?
«Dopo i fatti di Parigi — risponde Maurizio Landini, leader dei metalmeccanici Cgil — c’è una ragione in più per farla. Per dire un no molto forte al terrorismo e alla guerra, perché la risposta è non aver paura e praticare la democrazia. E non, invece, quella di perpetuare gli errori fatti in questi anni di guerre sbagliate. Bisogna da un lato costruire una mobilitazione dal basso che coinvolga il mondo musulmano e dall’altro lavorare per un processo politico, diplomatico, di intelligence e arrivare alla fine della guerra in Siria. Così si toglie spazio al terrorismo, al quale vanno chiusi anche i canali, perché qualcuno che gli vende le armi e gli compra il petrolio c’è. Infine, bisogna evitare l’equazione migranti-terroristi, una sciocchezza totale. Saremo quindi in piazza con due bandiere, quella del lavoro e quella della pace».
Secondo lei siamo in guerra, come dice Hollande?
«No. Penso che siamo di fronte a una situazione difficile, drammatica. Ma per combattere veramente l’Isis, che continuo a pensare sia una minoranza del mondo musulmano, siccome la guerra c’è davvero nel campo musulmano e si sta allargando all’Europa, credo che non bisogna cadere nella trappola».
Se non è guerra che cos’è?
«Siamo di fronte a un gruppo terroristico che sta facendo atti di terrorismo puro, molto spinti. Quello che sto dicendo è che purtroppo ci sono stati morti in Francia come da mesi ci sono anche in altri posti del mondo. Che questa sia una situazione non normale, non tranquilla è fuor di dubbio. Ma sarei cauto a usare la parola guerra, sia perché la nostra Costituzione la ripudia, sia perché non credo che la risposta migliore sia fare la guerra. Anche perché il rischio molto concreto è che i bombardamenti uccidano persone che non centrano nulla. Ed è proprio su questo che si è rafforzato l’Isis e quella logica aberrante che rappresenta. Bisogna invece rafforzare l’azione politica che in questi anni non c’è stata».
Nella Fiom ci sono molti iscritti musulmani. Crede che la loro condanna dell’Isis sia uguale a quella manifestata dagli altri lavoratori?
«Penso assolutamente di sì. Stiamo ricevendo molti riscontri in questo senso e pensiamo di caratterizzare la manifestazione con la presenza sul palco di iscritti non italiani che potranno dire la loro».
Cosa vuole ottenere con la manifestazione?
«Gli altri due obiettivi sono: cambiare la legge di Stabilità e rinnovare il contratto dei metalmeccanici. Sulla prima chiediamo al governo una lotta vera all’evasione, l’abbassamento dell’età pensionabile, un reddito minimo di dignità, la defiscalizzazione del salario nazionale. A Federmeccanica abbiamo presentato una proposta per contrattare annualmente il salario, come in Germania»
Quanto chiedete nel 2016?
«Un aumento del 3%»
Con l’inflazione a zero?
«Il contratto non serve solo per mantenere potere d’acquisto ma anche per redistribuire la produttività e la ricchezza».
Lei ha promosso la coalizione sociale. Nel frattempo da una costola del Pd è nata Sinistra italiana. Si riconosce in questa operazione?
«La coalizione sociale è un’iniziativa sociale e non politica, nata per unire il mondo del lavoro non per creare nuovi partiti. Poi prendo atto che c’è chi lascia il Pd».
Quali politici saranno in piazza con la Fiom?
«Tutti sono benvenuti. Soprattutto ora che la manifestazione sarà anche una risposta contro terrorismo e guerra».