lunedì 16 novembre 2015

Corriere 16.11.15
il vantaggio di Renzi? Serve governabilità
di Michele Salvati


Il 29 ottobre scorso terminavo un articolo su questo giornale con una metafora. Oggi, in Italia, un buon capo di governo assomiglia a un giocoliere che deve tenere continuamente in aria tre palline, incurante degli incidenti che rischiano di fargli perdere l’equilibrio. Le tre palline della metafora, tradotte in obiettivi politici, sono le riforme strutturali, un buon livello di attività economica e un consenso elettorale sufficiente. Si tratta di tre obiettivi collegati. Le riforme strutturali sono necessarie per le prospettive di crescita nel lungo periodo, ma non generano sufficiente domanda nel breve. Il massimo sostegno possibile all’attività economica, dati i vincoli europei, è dunque essenziale, perché da questa dipendono sia il consenso elettorale, sia le stesse riforme strutturali, che hanno bisogno di un clima economico favorevole e di governi stabili. Concludevo affermando che il governo era sinora riuscito a tenere per aria le tre palline della metafora. Ci riuscirà sino alle elezioni politiche, quelle che, in caso di vittoria, dovrebbero dargli il controllo della prossima legislatura e dunque il tempo per mettere in atto le riforme strutturali appena abbozzate in questa?
La risposta è positiva se l’immagine che il governo intende dare — riformismo contro conservazione, «progresso senza avventure» (non riprendo a caso il vecchio slogan democristiano) contro eversione antisistema, capacità di governo contro protesta senza sbocchi — sarà almeno in parte sostenuto da fatti concreti e da un po’ di fortuna, in particolare da una favorevole situazione economica internazionale ed europea. Al momento il Pd è collocato in una posizione potenzialmente maggioritaria, e sono i suoi avversari ad arrancare in posizioni meno favorevoli.
Quello che fu il glorioso centrodestra di Berlusconi — un’alleanza che si riprometteva di liberare le forze della libera iniziativa dalle pastoie dello statalismo e dalle inefficienze del settore pubblico — è ora dominato da Salvini e rinfocola il risentimento degli sconfitti, degli arrabbiati, delle vittime della difficile situazione economica in cui ci troviamo: una impressione, questa, condivisa da tutti coloro che hanno seguito la recente manifestazione di Bologna.
Si tratta di una posizione politica che attrarrà non pochi consensi, ma imparagonabili con quelli che aveva attratto Berlusconi ai suoi tempi d’oro. Il clima è cambiato: Berlusconi era un imprenditore di successo, aveva un sogno e un programma, e parlava a immaginari vincitori, non a reali perdenti. Salvini questa impressione di ottimismo, di competenza e di successo non la dà, e non credo basti la presenza del vecchio leader nella nuova alleanza di centrodestra per mutarne il carattere prevalente.
Continuerà ad attrarre molti consensi anche il Movimento 5 Stelle: non passa giorno che non scoppi qualche nuovo scandalo e la corruzione nell’intero Paese — non solo della politica e dell’amministrazione pubblica — non si riveli in tutta la sua dimensione e il suo squallore. Di conseguenza la popolarità dei 5 Stelle, che hanno fatto della lotta alla corruzione e agli sprechi il loro principale messaggio politico, è probabile rimanga elevata. Come per la Lega, si tratta però di un movimento di protesta, e come tale percepito: non credo che i suoi simpatizzanti si siano mai dedicati ad analizzare seriamente la fattibilità e le conseguenze delle proposte che ogni tanto il movimento lancia, dall’uscita dalla moneta unica al reddito di cittadinanza.
Nel Paese c’è rabbia, irritazione, scontento, disprezzo per i partiti e la politica. Ma proprio per questo c’è anche voglia di governo, o almeno timore di ingovernabilità. E c’è sufficiente consapevolezza che la democrazia (e dunque i partiti) saranno pure il peggior sistema di governo, ma sono meglio di tutti gli altri, meglio di tecnocrati o dittatori «benevoli».
Finché Renzi riuscirà a tener per aria queste tre palline, e finché non si presenteranno sul palco giocolieri che convincano gli spettatori di saper fare altrettanto, credo che Renzi possa dormire sonni tranquilli.