Corriere 15.11.15
L’indifferenza, l’altro nemico delle nostre coscienze
di Donatella Di Cesare
Lo spettro della guerra globale si è ormai materializzato nel cuore dell’Europa. A Parigi è stato decretato lo «stato di emergenza» e sono state prese misure quasi belliche, dopo che il terrorismo organizzato ha colpito la città nelle ore del riposo e dello svago, uccidendo bambini, donne e uomini. Luoghi di ritrovo, di convivialità, di incontro, sono stati trasformati in scene di un crimine planetario — un crimine voluto e pianificato. Esseri umani inermi e indifesi, nella loro nuda vulnerabilità, sono caduti sotto i colpi di una violenza senza limiti. Perché è una violenza ispirata da un fanatismo sacrificale e guidata da un progetto politico che, al di là di ogni fronte e di ogni frontiera, pretenderebbe di essere globale.
Dopo la notte del 13 novembre 2015 non è più possibile sottovalutare ancora l’attacco del terrorismo in Europa che mira a una estensione sistematica delle zone di guerra e che ha eletto a proprio nemico, passibile di essere sterminato, anche chi ne è, o vuole esserne, ignaro.
Il terrore lacera intenzionalmente le coscienze. Se alcuni hanno ormai da tempo aperto gli occhi, altri torneranno forse alle proprie nicchie, alle loro private riserve della realtà, si aggrapperanno a immagini del mondo pregresse, cercheranno illusoriamente zone di immunità, rifugi protetti di un’epoca che non c’è più. Quasi che non vivessimo nello stesso universo, quasi che non costituissimo più una società comune. Questa lacerazione sarebbe l’effetto più devastante, perché metterebbe a repentaglio la convivenza civile, svuoterebbe di significato la cittadinanza.
Come nessuno può chiudersi e ripiegarsi nell’indifferenza, così nessuno può essere lasciato solo. Tanto meno quei cittadini che, appartenendo a minoranze, sono più esposti. Il terrore è totale e mira al cuore della democrazia.