venerdì 13 novembre 2015

Corriere 13.11.15
Ue ancora divisa sul piano migranti «Finiremo nel 2101»
Schäuble parla di «valanga», è polemica
di Ivo Caizzi


LA VALLETTA L’Unione Europea punta a frenare l’arrivo dei migranti con la collaborazione della Turchia e dei Paesi africani. E’ stato concordato nella due giorni del vertice Ue-Africa a La Valletta, seguito da un Consiglio straordinario dei capi di governo dell’Ue. Permangono forti divisioni tra gli Stati Ue sul piano di ripartizione dei rifugiati. «Se si va avanti a questo ritmo sui ricollocamenti si finisce nel 2101», ha dichiarato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Nell’ambito di un piano d’azione comune è stato varato un Fondo fiduciario da 1,8 miliardi per finanziare i Paesi africani che si impegneranno nel selezionare i profughi con diritto di chiedere asilo, riaccettare i migranti rimpatriati, combattere i trafficanti di esseri umani e bloccare le masse dirette in Europa alla ricerca di una vita migliore. Un nuovo summit Ue è stato annunciato a fine mese per concordare direttamente con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan la concessione di circa tre miliardi in cambio dell’impegno a trattenere i due milioni di profughi siriani e iracheni già in Turchia e vari milioni stimati in arrivo nei prossimi anni.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso che l’emergenza immigrazione non si è certo risolta con i summit a Malta perché «c’è molto lavoro davanti a noi». Ha parlato di avvio di una «nuova fase» in cui l’Europa punta sulla cooperazione con i Paesi di transito e di origine. Merkel è sotto attacco in Germania per la sua linea delle «porte aperte» ai migranti. Il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha provocato polemiche definendo «valanga» la massa degli arrivi. Merkel e il presidente francese François Hollande hanno chiesto più controlli alle frontiere per difendere la libera circolazione all’interno dei Paesi dell’area Schengen e hanno spinto per gli aiuti alla Turchia. Il premier Matteo Renzi ha confermato il sostegno al Fondo fiduciario per l’Africa, ma non ha voluto commentare l’esito della trattativa tra i leader Ue.
Riserve sono emerse sull’opportunità di finanziare la Turchia e Paesi africani criticati per le violazioni dei diritti umani e l’alto livello di corruzione. A vari governi europei non piace di dover pagare 2,5 miliardi dei tre destinati a Erdogan (500 mila euro a carico della Commissione europea). L’Italia dovrebbe fornire 281 milioni.
Vari leader africani si aspettavano più degli 1,8 miliardi del Fondo fiduciario. Temono poi che potrebbero essere trasferiti via Bruxelles parte dei fondi circa dieci volte superiori messi a disposizione annualmente dai Paesi Ue per la cooperazione allo sviluppo. Il presidente della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, il premier senegalese Macky Sall, ha esortato a parlare di fisco perché «molte multinazionali cercano il modo di evitare di pagare le tasse». Sall ha affermato che ci sarebbero «risorse sufficienti per fare con le nostre forze», se si riuscisse a recuperare dalle multinazionali «60 miliardi all’anno» sottratti con l’evasione fiscale in Africa.