Repubblica 29.10.15
Daniela Tiburzi, consigliere Dem in Campidoglio
“Ignazio ingrato e il commissario ha sbagliato”
“Evidentemente non ama questa città, il suo è un balletto stucchevole che Roma non merita”
“Abbiamo confidato nel suo cerchio magico per il passo indietro. Ma la Cattoi si dimostra irresponsabile”
intervista di Gio. Vi.
Ignazio Marino? «Non ama questa città ». Alla fine, ritirerà le sue dimissioni o decadrà da sindaco il 2 novembre? «Questo è un balletto stucchevole che Roma non merita». E il Pd in Aula che farà? «Siamo compatti. L’importante è chiudere questa vicenda al più presto». È severo il giudizio di Daniela Tiburzi, presidente della commissione delle Elette in Campidoglio, esponente del Partito democratico, consigliera comunale in Aula Giulio Cesare. Quando mancano 4 giorni alle dimissioni esecutive del primo cittadino, si augura da lui «un gesto di rispetto e di umiltà».
Marino deve dire addio a Palazzo Senatorio?
«La sua ostinazione è figlia di una convinzione, peraltro infondata, di ricoprire una carica ottenuta unicamente grazie alle sue virtù o al suo curriculum pregresso».
Più volte, soprattutto in questa coda di consiliatura, si è posto in conflitto col suo stesso partito.
«Evidentemente Marino dimentica che è espressione del Partito Democratico e che solo attraverso il Pd ha potuto ottenere lo scranno più alto dell’Aula Giulio Cesare».
Dopo il vertice di ieri sembrerebbe intenzionato a ritirare le sue dimissioni. È così?
«Col suo comportamento dimostra di non voler bene ai romani».
Pensa che sia mal consigliato?
«Abbiamo confidato nel suo cerchio magico per ottenere un opportuno passo indietro, ma le dichiarazioni sprovvedute dell’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi confermano che Marino non ha ben chiaro cosa è accaduto in città ».
E cosa è accaduto?
«Il sindaco sa perfettamente che se ne deve andare e non per gli scontrini ma perché non ha saputo ascoltare i bisogni della città, non ha saputo parlare coi suoi consiglieri di maggioranza, si è fidato delle persone sbagliate. Chi parla a suo nome o gli suggerisce di andare avanti non è meno responsabile di ciò che stiamo vivendo in questi giorni».
Qual è, secondo lei, la sua colpa maggiore?
«Non ha saputo governare. È sempre stato “altrove”. Come quando, prima dell’estate, a un incontro a palazzo Valentini col ministro Graziano Delrio per parlare di infrastrutture, tutti hanno dovuto aspettare lui, impegnato all’inaugurazione della mostra di Raffaello».
Un ritardo a un vertice non è un peccato veniale?
«È un comportamento indicativo, invece. Come per le vacanze. Io sono l’ultima delle consigliere comunali ma quando mi hanno proposto di andare in ferie in Grecia ho rifiutato. Non me la sono sentita di allontanarmi dalla città. Un sindaco, con Roma in queste condizioni, non la abbandona».
E il Pd di Matteo Orfini? Non ha fatto errori?
«Si è agito tardi e male. Era dal marzo 2014 che dicevo che bisognava cambiare tutto, mettere un vicesindaco con gli attributi, trovare degli assessori più capaci. E invece siamo arrivati fin qui».