domenica 25 ottobre 2015

Repubblica 25.10.15
Marino, i fan in piazza “Resisto? C’è la legge”
Oggi sit in per la svolta, lui non esclude un’apparizione Il sindaco non è più iscritto e deve al Pd 10 mila euro
di Giovanna Vitale


ROMA Ci credono, i supporter di Ignazio Marino. Oggi sarà «il giorno della svolta», scrivono a centinaia sui social che per settimane sono stati il motore dell’adunata convocata all’ombra del Campidoglio. Quando al rintocco di mezzogiorno almeno 5mila persone, questa la stima della vigilia, scenderanno in piazza per urlare «sei il nostro sindaco, ripensaci», ebbene sono convinti che «tutto cambierà e il Pd dovrà arrendersi».
Un tamtam inarrestabile, che mescola cittadini comuni e militanti delusi, frange ostili alla linea del commissario Orfini e deputati della minoranza dem in cerca di visibilità come Marco Miccoli, che propone di «offrire a Marino l’onore delle armi, consentendogli di formare una “giunta di scopo” per il Giubileo». Condito da simboli («Vestiamoci con qualcosa di bianco, una sciarpa o un cappello») e animato da una speranza che potrebbe coincidere con la tentazione del chirurgo di far saltare definitivamente i nervi al partito di maggioranza: mischiarsi alla folla, farsi incoraggiare e infine annunciare «ho deciso, resto, è il popolo che me lo chiede». L’antipasto offerto già ieri durante il blitz al cantiere giubilare alla stazione Termini «chiuso in anticipo perché noi siamo un’amministrazione efficiente », si è vantato, ribadendo a proposito del suo addio: «Sto solo facendo ciò che la legge mi consente».
È il colpo di scena che tutti si aspettano. E che però — ragiona il “cerchio magico” — potrebbe essere rinviato di qualche giorno. Per tirare ancora la corda. E far implodere il Pd. Rimandando il ritiro delle dimissioni a fine mese, così da neutralizzare la melina sulla convocazione del consiglio comunale per votare la sfiducia, che a quel punto non potrà più essere scongiurata.
È in quella sede che il sindaco — preferibilmente fra il 4 e il 5 novembre, giorno di avvio del maxi-processo sul Mondo di Mezzo che vedrà alla sbarra Alemanno insieme a diversi esponenti dem — si presenterà da primo cittadino in carica. Per dire pubblicamente: «Vedete, sono i partiti di Mafia Capitale che mi vogliono cacciare». Un copione pronto ad essere recitato, qualora in Campidoglio non ci fossero le condizioni, nell’aula bunker di Rebibbia, dove si recherebbe con tanto di fascia tricolore per formalizzare la costituzione di parte civile.
L’obiettivo minimo, al momento, è uno solo: «Voglio parlare con Renzi», ripete Marino cercando un canale. Ieri tuttavia negato anche dal vicesegretario Guerini: «Il sindaco ha ritenuto di dover presentare le dimissioni, stiamo ai fatti», ha liquidato ogni previsione sul futuro. Che invece Nichi Vendola sembra intravedere: «Sulla questione scontrini si è determinato un corto circuito con la città, ma se lui in consiglio comunale è in grado di dimostrare che è un complotto dei poteri forti noi lo ascolteremo con molta attenzione ». Una boccata d’ossigeno, per Marino. Convinto di potercela ancora fare. Contando sulle crepe di un Pd ormai a pezzi. Con cui da tempo è guerra totale. Al punto da non aver rinnovato la tessera né nel 2014 né nel 2015. E al quale non sono state neppure versate le quote che tutti gli eletti devono al partito (il 10% dello stipendio mensile) per un totale di 10mila euro.
Una battaglia a tutto campo che però anche un vecchio amico come Michele Meta gli chiede di abbandonare: «La situazione attuale non lascia spazio a incomprensibili forzature ». Fiato sprecato. Il sindaco non intende ascoltare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Guerini: “Ignazio ha dato le dimissioni, stiamo ai fatti”. Ma la minoranza dem lo sostiene ancora Vendola apre: “Se può dimostrare che c’è un complotto dei poteri forti noi lo ascolteremo”
“FINITO IN ANTICIPO”
Ignazio Marino ieri all’inaugurazione delle strade rifatte attorno alla stazione Termini. Il sindaco ha sottolineato la rapidità dei lavori