domenica 25 ottobre 2015

Repubblica 25.10.15
Governo vs magistrati
Vanorio, Pm a Napoli
“Tante belle parole e sulla prescrizione un’infinita melina”
intervista di Luana Milella


BARI  «Vedo molte belle parole, ma pochi fatti concreti». Parla Fabrizio Vanorio, il pm di Napoli che ha chiuso, con i colleghi Woodcock e Piscitelli, il processo Berlusconi- De Gregorio e lavora a quello di Cosentino.
Lei era in platea. Ha ascoltato Orlando. Che ne pensa?
«Convinto a metà. Bene sull’invito alla magistratura ad aprirsi al confronto con la società. Male invece sulle promesse di assunzioni e fondi per la giustizia poiché c’è bisogno di nuovi funzionari giovani ed esperti di informatica per un processo moderno, mentre il cambiamento è difficile solo con i dipendenti delle Province che avranno bisogno di anni di formazione».
Il Guardasigilli dice di aver fatto il possibile sulla corruzione. Condivide?
«No, affatto. Perché, al di là dei buoni intenti sulle misure preventive, l’unica riforma strutturale che davvero servirebbe è quella sulla prescrizione per tutti i reati. Il nodo di fondo è quello dei cosiddetti reati spia, come quelli tributari e societari, attraverso cui si scopre la corruzione e che oggi hanno una prescrizione bassa. Se si perseguissero in modo efficace, si potrebbero recuperare centinaia di milioni di euro a favore della giustizia».
Intercettazioni. La riforma che Orlando non smentisce è necessaria?
«Potrebbe essere pericoloso il ricorso alla delega, specie se generica come quella attuale. E poi mi chiedo: gli insulti ai figli di Borsellino finirebbero tra le intercettazioni rilevanti o tra quelle che invece saranno destinate al macero? Come Anm siamo per la massima trasparenza delle conversazioni di chiunque rivesta cariche pubbliche».
Alfano dice a Sabelli di guardare al caso Saguto prima di criticare il governo. Una provocazione?
«Sabelli giustamente l’ha definita un’illazione. I magistrati non vogliono zone d’ombra anche al loro interno. Sono le nostre indagini che, da sempre, hanno rivelato i casi di malaffare da Milano a Palermo. Piuttosto evidenzio lentezze ed esitazioni della procura generale della Cassazione che spesso coltiva iniziative disciplinari “a due velocità”: implacabile per i ritardi di qualche collega, in passato lentissima di fronte a conclamati casi di malaffare».
Giuste le mosse del governo sulla mafia?
«Non sempre. La recente legge sulle misure cautelari ha indebolito il contrasto alle forme più insidiose, come il concorso esterno e i reati dei colletti bianchi a vantaggio delle mafie, perché il requisito dell’attualità del reato è spesso impossibile da dimostrare».