venerdì 23 ottobre 2015

Repubblica 23.10.15
Nasce la Cosa Rossa e guarda a Prodi. A Bologna primo test
Le mosse dei fuoriusciti Pd alle amministrative. Vendola attacca Renzi: ha ucciso il centrosinistra
Si punta a recuperare Civati, possibile candidato sindaco al Comune di Milano
Nichi Vendola è stato presidente della Regione Puglia per due mandati
È presidente di Sinistra Ecologia Libertà dal 24 ottobre 2010
di Tommaso Ciriaco e Goffredo De Marchis


ROMA. Il punto di riferimento è l’Ulivo, perciò la nuova Cosa non dev’essere troppo “rossa”. Il testimonial sognato è Romano Prodi ed è per questo che i fuoriusciti del Pd, insieme con Nichi Vendola, stanno puntando soprattutto sulle comunali di Bologna dove si vota la prossima primavera. Potrebbe essere candidata, in alternativa all’uomo del Pd Virginio Merola, Amelia Frascaroli, vicina all’ex governatore della Puglia ma ancora più vicina al Professore. Amica personale della moglie Flavia, allieva politica di Romano che per lei nutre una stima profonda, cattolica di sinistra, dossettiana. Una figura ideale per simboleggiare il corso della scissione democratica, con buone chance di dare fastidio al sindaco uscente e rappresentare un’opzione diversa dal Pd ma non legata all’ala radicale.
Di questo discutono i parlamentari dem o ex come Carlo Galli, Monica Gregori, Alfredo D’Attorre, Stefano Fassina, Corradino Mineo nelle riunioni che preparano il grande passo: usare le prossime amministrative per costruire un progetto antirenziano in salsa socialdemocratica. O meglio, ulivista, il centrosinistra delle origini, in opposizione al presunto Partito della Nazione che starebbe maturando nel laboratorio di Largo del Nazareno.
Vendola per il momento non si sbilancia, ma lascia capire che ci sarà una rottura nel voto delle città. «Il terreno programmatico è decisivo. Voglio capire che idea di comune hai. Detto questo, Renzi ha ucciso il centrosinistra», spiega nel videoforum di Repubblica.it. A Bologna, a Roma (con Sel però spaccata in due nella Capitale), a Torino e probabilmente a Milano si consumerà lo strappo. Se non ci saranno le primarie, in una città in cui l’uscente Giuliano Pisapia viene dal partito di Vendola, la sinistra cercherà un nome da contrapporre al possibile candidato Giuseppe Sala. Per recuperare Pippo Civati che procede da solo con il suo movimento Possibile, potrebbe essere proprio il deputato monzese il candidato unico della formazione ulivista. Roma rappresenta un’altra prova di tenuta del progetto. Un pezzo di Sinistra e libertà chiede di continuare l’alleanza col Pd. Il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio invita i compagni a cercare un’intesa «città per città, in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionale». Cioè, un’intesa con il Pd. E due senatori, in questa fase di caos, sono dati in uscita da Sel proprio per la linea oltranzista di Vendola. Sono Dario Stefàno e Luciano Uras. Ma Fassina, come Nicola Fratoianni, spingono le candidature indipendenti, autonome, in funzione anti- Renzi e anti-dem. Questa spaccatura pone però un problema grande come Cagliari alla Cosa rossa. Se il Pd è indigeribile e invotabile, come faranno a chiedere il sostegno per confermare Massimo Zedda a sindaco?
Il documento redatto dal professor Carlo Galli, che è stato distribuito tra i dissidenti del Pd ed è arrivato anche a Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani, prefigura la scissione ma non scioglie tutti i dubbi. È un testo molto critico con il renzismo, «con il governo del primo ministro nel quale il Parlamento è ridotto all’obbedienza». La produzione di documenti non si ferma qui. Vendola annuncia per sabato la presentazione della «Carta dei Valori», manifesto del nuovo soggetto politico. Soggetto che sarà anticipato già a novembreda gruppi parlamentari che si chiameranno “Sinistra”, a cui lavora Arturo Scotto. Dentro confluiranno quelli di Sinistra e libertà, gli scissionisti del Pd, Claudio Fava, il prodiano Franco Monaco. E al Senato verranno accolti gli ex grillini Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino.