mercoledì 21 ottobre 2015

Repubblica 21.10.15
“I miei incontri di sesso e droga con il superiore dell’Ordine”
Lo conobbi a Villa Borghese, mi offrì una sigaretta. La gran parte degli appuntamenti era a pagamento.Quell’uomo mi faceva sniffare popper quando ho saputo che era un prete mi è venuto da vomitare
di L. D.A.


L’INTERVISTA /L’ESCORT SEBASTIANO F.: “MA IL VICARIATO NON HA VOLUTO SENTIRE LA MIA DENUNCIA”
ROMA. «Ho fatto la strada, sono uno intelligente io». Sebastiano F. è uno degli uomini con cui almeno un alto esponente della curia dei Carmelitani Scalzi avrebbe avuto rapporti sessuali. In stazione, sta per salire su un treno che lo porterà lontano da Roma e dalla parrocchia di corso Italia in cui ora non è più il benvenuto. «Lavoravo con un monsignore, andavo a benedire le case dei fedeli, e ora ho perso tutto. Sono costretto ad andarmene in Austria. Nessuno mi ha aiutato e Vallini ha torto».
Sebastiano, a cosa si riferisce?
«Il 18 giugno sono andato in Vicariato per presentare al cardinale Vallini e al vescovo Di Tora la mia deposizione. Ma al loro posto è venuto don Nicola, il segretario. Con me c’era anche padre Alessandro. Eravamo stati convocati alle 10.30 del mattino».
A quel punto cosa ha fatto?
«Ero lì per firmare il documento, una deposizione molto importante, esclusivamente davanti al cardinale. Allora, quando è arrivato il segretario, mi sono opposto. Ho detto che avrei atteso Vallini. Ma dopo due ore mi hanno detto che non mi avrebbe ricevuto. Perché? Me lo sono chiesto tante volte. Ma lui quella volta non si è fatto proprio vedere. E io mica stavo lì a vendere i peperoni. Me ne sono andato e poi ho mandato la lettera a tutti, anche al Santo Padre. Altrimenti quella deposizione firmata sarebbe finita nel cassetto e dimenticata».
Cosa c’era scritto in quella deposizione?
«Tutto quello che avevo da denunciare su quegli incontri. Dall’inizio alla fine, dal 2005 in poi».
Perché? Cosa succede nel 2005?
«Ho conosciuto il superiore dei Carmelitani, fumava una sigaretta a Villa Borghese e me ne offrì una. L’ho conosciuto così. Poi ci sono stati dei rapporti, la maggior parte erano a pagamento ».
La storia poi è nota. Don Alessandro le chiese se conoscesse il superiore. Lei come rispose?
«Che lo conoscevo. Me ne sono accorto quando l’ho visto con i paramenti sacri a un funerale dell’Ordine. Prima non sapevo fosse un prete. Ora, dopo dieci anni, è venuto tutto a galla e io sono costretto ad andarmene e a perdere tutto. Pensi che mi hanno contattato anche diverse tv, ma mi hanno solo preso in giro».
Ma torniamo a Roma, in corso Italia. Frequentava la parrocchia?
«Per un periodo ho vissuto in una piccola stanza in parrocchia. Vivevo con i Carmelitani. Facevo il servizio per i poveri, servivo i pasti alla mensa della Caritas».
E i rapporti sessuali? Avvenivano anche in chiesa?
«No, non con me. Non voglio che mi siano attribuite parole che non ho detto. Non mi fido più di nessuno. Io ho avuto degli incontri, ma solo a Villa Borghese. Quel prete, don Silvano, mi faceva sniffare anche il popper. Gli incontri si sono interrotti dopo un anno, dopo che mi sono confidato con padre Alessandro. Ma non sono un “marchettaro”. Nessuno mi ha mai pagato. E quando ho saputo che era un prete mi è venuto il vomito».
Qualcuno in curia sapeva?
«Don Agostino lo sapeva, a quei tempi era il parrocco. A padre Gabriele mi sono confidato in confessionale. Lo sapeva anche don Giuseppe, allora parroco di San Nicola di Bari, una parrocchia in via dei Prefetti. Andavamo a fare il ritiro spirituale a Palestrina. Poi mi hanno messo fuori dalla parrocchia, dicendo che ero un poco di buono. Ero andato a vivere a Villa Borghese. Lì mi hanno pestato: era l’11 settembre del 2006. Non racconto frottole: anche padre Alessandro ha visto il religioso con cui avevo rapporti uscire nel cuore della notte. E lì si è convinto anche lui».
(l.d’a.)