sabato 17 ottobre 2015

Repubblica 17.10.15
Gianni Cuperlo leader della sinistra del Pd
“Questa finanziaria è ingiusta toglie tasse anche ai ricchi”
Tra Robin e lo sceriffo è sempre meglio il primo. Giusto togliere la Tasi alle prime case, non agli attici
Noi siamo la sinistra e mi piacerebbe che lo restassimo presenteremo nostre proposte per migliorare il testo
intervista di Giovanna Casadio


ROMA. «Poco ambiziosa, poco innovativa. Serve maggiore equità ». Gianni Cuperlo, leader della Sinistra dem, critica la legge di stabilità del governo Renzi.
Cuperlo, come la definirebbe questa manovra?
«Con quella vecchia massima. Dentro c’è del bello e del nuovo, ma quel che è bello non è tutto nuovo e quel che è nuovo non è sempre bello. Detto ciò io voglio aiutare il governo a fare delle scelte giuste».
Non crede che sia la fine della quaresima? Finalmente una manovra di sviluppo?
«Se è la fine della quaresima lo sia per tutti. Ma allora bisogna spingere perché il segno sia di una maggiore equità. Nulla è più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali. Non è una citazione di Marx ma del prete di Barbiana, don Milani».
Non le sembra giusto tagliare le tasse?
«Sì. Ma per premiare chi ha meno. Tra Robin e lo sceriffo di Nottingham è sempre meglio il primo. Togliere la Tasi alla maggioranza delle prime case è giusto. Toglierla a super attici e castelli no. Ha ragione il premier quando dice che compito del governo non è combattere la ricchezza ma la miseria. Ma allora quel miliardo versato da chi la Tasi può pagarla si sommi ai 600 milioni destinati al contrasto alla povertà. Dico a Renzi, fallo e parlerai un linguaggio di verità a tutti, ricchi e poveri».
Lei la considera una manovra democristiana, da Partito della Nazione?
«Guardi, noi abbiamo alle spalle la recessione peggiore della nostra storia e sappiamo che una ripresa solida vive per il 70% sul progresso tecnico. Il punto è che negli ultimi 15 anni abbiamo perso altri 6 o 7 punti di produttività. In questa condizione devi premiare l’impresa virtuosa che innova. Per svoltare servono investimenti pubblici nei settori capaci di creare lavoro e modernizzare il Paese. Sicurezza dei cittadini e del territorio, ricerca, scuola, infrastrutture. Lo dico così: non torneremo più quelli di prima e il governo deve scegliere se guidare con ambizione la stagione di una nuova economia o correggere lo spartito ma in continuità col passato. Al Sud questo discorso è decisivo perché se non ripensiamo il Mezzogiorno non si salva l’Italia».
Però ci sono cose di sinistra?
« Vedo anche il buono. L’impegno di anticipare al 2016 l’intervento sull’Ires se l’Europa darà il via libera ai 3,2 miliardi della clausola migranti. E poi i fondi aggiuntivi per la cultura, le risorse per la Terra dei fuochi, l’azione sui costi standard, l’allentamento del patto di stabilità interno. Mentre non va bene rinviare la flessibilità in uscita e le risorse per il contratto del pubblico impiego sono del tutto insufficienti».
Il contante fino a 3 mila euro è stato criticato da Bersani che accusa Renzi di burlarsi dell’intelligenza degli italiani quando dice che aiuta i consumi. Anche lei pensa sia un incentivo a evadere?
«Si dice che triplicare l’uso del contante serve a stimolare i consumi in un Paese dove tanti anziani non usano bancomat e carte di credito. Ma quei pensionati non vanno a fare la spesa con tremila euro, casomai misurano il centesimo. Invece con la corruzione e il riciclaggio che abbiamo sarebbe saggio andare in direzione opposta. Questo è un punto di principio, noi siamo la forza che lotta contro l’evasione e quella battaglia la leghiamo da sempre alla difesa di un welfare inclusivo»..
Ma quale è la cosa che le piace di meno?
«Penso che se la destra si alza e applaude forse merita farsi qualche domanda. Noi, il Pd, siamo la sinistra e mi piacerebbe che lo restassimo. Anche la legge stabilità dice chi sei, se un serpentone di centro o l’architrave di un nuovo centrosinistra. Presenteremo delle proposte migliorative e spero davvero che questa volta ci sia la volontà di ascoltarsi».