sabato 17 ottobre 2015

Repubblica 17.10.15
Primarie, è già scontro nel Pd Parisi:no al candidato unico
L’ideatore dei gazebo contro la riforma: “Così diventa un voto solo confermativo”. Anche la minoranza in allarme: “È la normalizzazione”
GOFFREDO DE MARCHISdi Goffredo De Marchis


ROMA «Così diventano primarie confermative». Ad Arturo Parisi, architetto dell’Ulivo e inventore delle primarie nel centrosinistra, le nuove regole di cui discute il Pd, spinto dall’ala renziana, non piacciono. Il candidato unico, l’albo degli elettori come panacea contro gli “inquinamenti” esterni «quando poi assistiamo ai pasticci delle tessere», in sostanza, snaturano lo strumento. «Purtroppo — dice Parisi — i dirigenti si riempiono la bocca definendo le primarie l’atto costitutivo del Pd. Ma alla prova dei fatti vogliono normalizzarle per perpetuare il primato del partito sugli elettori ».
Parisi mette in guardia Largo del Nazareno da complicati arzigogoli sui gazebo. «Il Pd si ricordi di Milano, Cagliari e della Puglia. Mise il cappello su Boeri e vinse Pisapia. Schierarono Cabras, un pezzo da 90, contro Zedda e sappiamo com’è finita. Vendola battè Boccia addirittura due volte». Bastano regole semplici, secondo l’ideologo dell’Ulivo. In sostanza, fidarsi dei cittadini a discapito delle strutture partitiche. Ma adesso che i rivoluzionari hanno conquistato il potere sono diventati normalizzatori. È questo il succo della critica che viene anche dalla minoranza di fronte alle ipotesi di modifica. Siamo passati dalla consultazione apertissima predicata da Renzi prima dell’elezione a segretario al tentativo di restringere il campo, dicono i bersaniani. «Diventeranno le primarie dell’establishment che guida il partito in quel momento», spiega Nico Stumpo, ex responsabile dell’organizzazione e profondo conoscitore dei meccanismi interni. A dire la verità, Pier Luigi Bersani è sempre stato favorevole a regolare lo strumento. Favorevole all’albo degli elettori in modo da evitare “inquinamenti”, sia quelli poco trasparenti sia quelli di voti di destra in casa democratica. Favorevole a limitare l’apertura dei gazebo senza un filtro preventivo del Pd. Ma in questo caso, dice Stumpo, sta succedendo qualcosa di diverso. Il comitato che prepara le modifiche allo statuto (da votare nell’assemblea nazionale di gennaio) non ha ancora raggiunto un accordo sulle nuove regole. Si prepara a mettere qualcosa nero su bianco entro la fine del mese, ma deve ancora lavorare per trovare una sintesi. Il punto più delicato riguarda la candidatura unica del Partito democratico nelle primarie di coalizione in vista del voto nelle grandi città a primavera. «Un’ipotesi mai discussa nel comitato — precisa Stumpo — e non mi risultano nuove convocazioni a breve».
Il tema rischia di dividere di nuovo il Pd. Il comitato lavora sotto traccia ma sta arrivando il momento in cui le regole andranno scritte. E poi votate.