Repubblica 16.10.15
Paperoni, la Cina sorpassa l’America
Oggi i miliardari di Pechino sono più di quelli negli Usa. E nelle città asiatiche vivono 784 milioni di benestanti
di Giampaolo Visetti
Nella potenza comunista ci sono 596 super-ricchi contro i 537 registrati negli Stati Uniti Ma cresce anche la classe media: in dieci anni sarà oltre metà della popolazione
PECHINO DOPPIO sorpasso: la Cina supera gli Stati Uniti per numero di miliardari e per ampiezza della classe media. Per la prima volta la super-potenza comunista vanta la maggior quantità al mondo sia di ricchi che di benestanti. Il primato, una sorpresa nell’anno nero della frenata della crescita di Pechino, viene sancito dal rapporto 2015 della rivista Hurun e dall’indagine sulla salute economica globale del Credit Suisse. Quest’anno i miliardari cinesi sono diventati 596, 242 in più rispetto al 2014, mentre quelli statunitensi si sono fermati a 537. La classe media è salita invece a 109 milioni di cinesi, rispetto ai 92 milioni residenti negli Usa.
L’analisi considera solo l’individuo che dichiara un reddito almeno doppio rispetto a quello medio del Paese. Secondo questo parametro, la classe media cinese avrebbe rallentato la sua espansione: dal più 8,5% del 2009 al più 7,1% del 2015. Altri studi, a partire da quello ufficiale dell’Accademia della scienze di Pechino, offrono un quadro ben più impressionante sullo spostamento del baricentro di ricchezza e benessere da Occidente a Oriente. Alla nuova classe media da quest’anno appartiene il 38% dei cinesi, 350 milioni di persone, con punte del 49% nella capitale e a Shanghai. La capacità di spesa oscilla da 6mila a 22mila euro all’anno, reddito che grazie al credito consente il possesso di una casa, di un’automobile e di tutti gli elettrodomestici, di concedersi viaggi e vestiti. Entro dieci anni quella che si presenta come la categoria dominante del secolo raggiungerà dimensioni tali di sconvolgere i mercati: il cinese medio crescerà del 2,6% all’anno, fino a quota 650 milioni, oltre la metà dell’intera popolazione. La nuova super-potenza della classe media, terra promessa dei consumi, è però già la locomotiva asiatica dei benestanti mondiali, quantificata in 784 milioni: nel 2015 per la prima volta il 51% del ceto medio risiede in Asia, rispetto al 31% del 2001. La Cina, con il 20% della popolazione del pianeta, possiede ora il 10% della sua ricchezza.
La tendenza epocale è il boom della classe media, sfida senza precedenti per la stabilità del partito- Stato, ma il simbolo della nascita di una nuova era è il sorpasso dei miliardari, con la Cina che entro dicembre per la prima volta sorpasserà Giappone e Usa anche per consumi di beni di lusso. Il rapporto Hurun riporta in testa alla classifica Wang Jianlin, magnate di Wanda Group, detentore di un patrimonio da 34,4 miliardi di dollari grazie a immobi-liare, spettacolo, commercio e sport. I cinesi lo chiamano “l’imperatore rosso” e in Europa è famoso per gli investimenti in Spagna, tra cui quello nell’Atletico Madrid, mentre in Italia spazia dalla telefonia al calcio, gestendo il marketing del pallone attraverso la controversa Infront. Dietro di lui c’è il re dell’e-commerce Jack Ma, 22,7 miliardi nonostante il crollo azionario della sua Alibaba, e il signore delle bibite Zong Qinghou, accreditato di 21 miliardi di dollari. La classifica per la prima volta è sconvolta dall’irruzione degli imprenditori hi-tech e attivi sul web, da Lei Jun di Xiaomi a Cheng Wei, ideatore dell’app che procura taxi privati in concorrenza alla statunitense Uber.
Venti dei nuovi miliardari cinesi, guidati a Ma Weihua, presidente dell’esclusivo club che accoglie i 31 imprenditori più influenti della nazione, reduci dalla Germania sono attesi nel fine settimana in Italia, dove visiteranno anche l’Expo di Milano a caccia di affari. Nei primi nove mesi del 2015 gli investimenti diretti della Cina all’estero sono cresciuti del 16,5%, pari a 87,3 miliardi di dollari. Il Paese è ora un esportatore netto di capitali e l’aumento di quelli privati è del 38,2%. Chi in Europa è cresciuto sognando l’America farà bene a deviare rapidamente lo sguardo verso le metropoli dell’Asia.