martedì 13 ottobre 2015

Repubblica 13.10.15
Inchiesta sulle spese di Renzi-sindaco
La Corte dei Conti toscana apre un fascicolo. Palazzo Chigi: “Tutto già documentato”
A far partire l’istruttoria un ristoratore che afferma di aver fatturato cene e pranzi del leader al Comune di Firenze
Giusepe Creazzo, procuratore capo di Firenze. Al momento sulle spese di Renzi indaga la Corte dei Conti, la procura non si pronuncia
di Luca Serranò e Massimo Vanni


FIRENZE La caccia agli scontrini non risparmia il premier Matteo Renzi. La Corte dei conti della Toscana apre un’indagine esplorativa sulle spese di rappresentanza sostenute da Palazzo Vecchio al tempo in cui il premier-segretario era sindaco, cioè dal giugno 2009 al febbraio 2014. E la bufera che ha travolto il sindaco di Roma finisce per lambire anche il capoluogo toscano. La procura regionale della Corte dei Conti si muove sulla scia delle dichiarazioni di un ristoratore, che ha raccontato di aver fatturato cene e pranzi di Renzi sindaco direttamente al Comune. E apre perciò un’indagine per chiarire la veridicità del racconto e per stabilire se le spese siano state sostenute al di fuori dei fini istituzionali. I magistrati contabili, secondo quanto appreso, apriranno un fascicolo come atto dovuto: si vuole chiarire se il premier abbia davvero fatturato al Comune anche pranzi e cene con amici e familiari. Ed è probabile che nei prossimi giorni dalla procura della Corte parta una richiesta al Comune per avere accesso agli scontrini.
Le inchieste sulle spese di Renzi presidente della Provincia sono state tutte archiviate, anche in sede penale. L’unico fronte aperto riguarda un “giudizio di conto” - cui sono sottoposti tutti coloro che gestiscono denaro pubblico - relativo a 600 euro spesi con la carta di credito della Provincia e privi di «giustificativi». È la prima volta però che le spese da sindaco finiscono sotto la lente della Corte dei conti. Stamani il procuratore Andrea Lupi dovrebbe aprire il fascicolo, così come dovrebbero partire i primi contatti con la Procura ordinaria per chiarire se siano stati rilevati anche profili penali. Sul punto, il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo si limita a un «no comment ».
Palazzo Chigi smentisce ogni sospetto di irregolarità: «Le spese di rappresentanza sostenute quando Renzi era presidente della Provincia e sindaco non solo sono documentate al dettaglio ma sono state già analizzate da diversi livelli di controllo». E ancora: «Sono spese per finalità istituzionali, in piena conformità alle leggi, inserite nel bilancio consuntivo annuale e inviate alla Corte dei conti». In più, si sostiene, le amministrazioni guidate da Renzi «sono state tra le prime in Italia a mettere on line queste informazioni ». Sul sito del Comune però, le spese parlano sì di pranzi e “colazioni istituzionali” ma non mostrano scontrini nè il numero dei commensali. Solo voci sintetiche, come questa del 2013: «Ristorante da Lino, incontro istituzionale con amministratori locali, 409 euro». O come quella dei «servizi transfert» a Roma, costati 1.551 euro nel marzo 2011. Va detto però che Renzi sindaco non aveva la carta di credito del Comune: ogni sua spesa doveva essere autorizzata dal dirigente.