martedì 13 ottobre 2015

Repubblica 13.10.15
L’ultimo strano caso del dottor Oliver Sacks
La storia di Walter B., malato di compulsione sessuale. Un articolo inedito del grande neurologo recentemente scomparso
di Oliver Sacks


Nel 2006 si è rivolto a me Walter B., un signore estroverso e affabile di 49 anni. Da ragazzino, in seguito a un trauma cranico, aveva iniziato a soffrire di crisi epilettiche che in un primo tempo avevano assunto la forma di attacchi di dejà vu e gli capitavano decine di volte al giorno. Ogni tanto sentiva nella sua testa musica che nessun altro poteva udire. Non aveva idea di quello che gli stesse accadendo e, temendo di apparire ridicolo o peggio ancora, si era tenuto per sé quelle stranezze e non ne aveva fatto parola a nessuno. Più avanti, alla fine si era rivolto a un medico che, una volta diagnosticata un’epilessia del lobo temporale, gli aveva prescritto una
serie di farmaci antiepilettici. Nonostante ciò, i suoi attacchi si fecero più frequenti. Walter consultò un altro neurologo, specialista nel trattamento di forme “intrattabili” di epilessia. Il neurologo gli suggerì un approccio più drastico, un intervento chirurgico di rimozione dell’area cerebrale interessata dagli attacchi nel lobo temporale destro. L’operazione lo aiutò in parte, ma da lì a pochi anni si rese necessario un secondo intervento, più importante. Questa seconda operazione chirurgica e i farmaci che gli furono somministrati riuscirono a tenere a bada un po’ meglio le sue crisi convulsive. Tuttavia, quasi subito insorsero problemi di natura molto particolare.
Walter, in precedenza sempre moderato nel mangiare, sviluppò un appetito insaziabile. Divenne anche molto irritabile: «A casa avevo continui eccessi di rabbia per futili motivi», mi raccontò. L’attenzione di Walter aveva assunto la peculiarità di essere vivissima o del tutto assente.
Ancora più inquietante fu il fatto che aveva sviluppato un impulso sessuale incontenibile. «Voleva avere rapporti di continuo», ha detto la moglie. Da partner sensibile e affettuoso che era, Walter è diventato smanioso di sesso, dell’atto sessuale puro e semplice. Subito dopo aver avuto un rapporto, se ne era già dimenticato e voleva ricominciare da capo. Un giorno la moglie si è stancata e lui ha iniziato a rivolgersi altrove per soddisfare questa esigenza. Se prima era sempre stato un marito fedele e premuroso, a quel punto il suo impulso sessuale irrefrenabile lo ha spinto ad avventurarsi oltre il rapporto eterosessuale monogamico che aveva avuto per tutta la vita.
Dal suo punto di vista morale era inconcepibile dover riversare le sue attenzioni sessuali su un uomo, un’altra donna, o un bambino. La pornografia su internet è diventata a quel punto la risorsa meno dannosa, in grado di fornirgli una possibilità di sfogo e di appagamento, anche solo con la fantasia. Mentre sua moglie dormiva, ha iniziato a trascorrere sempre più ore a masturbarsi davanti allo schermo del computer. Dopo aver iniziato con la pornografia tra adulti, vari siti web lo hanno incalzato ad acquistare e scaricare pedopornografia.
Preoccupato e vergognoso di queste sue nuove pulsioni, Walter si è trovato a combattere un’estenuante battaglia per cercare di controllarsi. Poi, un giorno, è accaduto l’inevitabile: gli agenti federali hanno bussato alla sua porta con un mandato di arresto per possesso di materiale pedopornografico. Anche se atterrito, Walter di colpo ha provato enorme sollievo, perché non doveva più nascondersi o continuare a fingere. Si riferisce a quel momento come a “ un’uscita dall’ombra”.
Il suo segreto ormai era stato svelato a sua moglie e ai figli, nonché ai suoi medici che immediatamente gli hanno prescritto un cocktail di farmaci che ha drasticamente ridotto — di fatto ha completamente azzerato — i suoi impulsi sessuali. Così Walter è passato da un impulso sessuale insaziabile a un’assenza completa di libido.
Ho incontrato Walter in più occasioni tra il suo arresto e il processo. Manifestava paura, per lo più nei confronti delle reazioni di amici, colleghi e vicini di casa. Dopo il suo arresto, il suo caso finalmente è stato discusso in tribunale e lui è stato riconosciuto colpevole per aver scaricato filmati di pedopornografia. L’accusa ha sostenuto che la sua presunta condizione neurologica non aveva rilevanza alcuna, che si trattava di una copertura. Secondo l’accusa Walter era sempre stato un pervertito, una minaccia per la società, e avrebbe dovuto essere rinchiuso per il massimo della pena, venti anni.
Il neurologo che all’inizio della vicenda aveva suggerito l’intervento chirurgico al lobo temporale e lo aveva in cura da vent’anni ha testimoniato in tribunale in qualità di specialista, e io stesso ho spedito una lettera, da leggere in aula, nella quale spiegavo gli effetti dell’operazione al cervello. Entrambi abbiamo fatto notare che la condizione di Walter era riconducibile a una rara ma ben nota sindrome, detta di Klüver- Bucy, che si manifesta con un appetito e un impulso sessuale insaziabili, talvolta associati a irritabilità e distraibilità, il tutto su base puramente fisiologica.
Le reazioni “tutto o niente” che Walter aveva evidenziato sono sintomatiche di un sistema di controllo centrale cerebrale compromesso, e possono presentarsi, per esempio, nei pazienti affetti da Parkinson che assumono L-dopa (ciò è accaduto anche a molti dei miei pazienti di Risvegli , che avevano problemi a vari sistemi di controllo nel cervello).
I sistemi di controllo normali hanno anche vie di mezzo e reagiscono in maniera modulata, mentre quelli di Walter erano sempre “accesi” al massimo ed egli a stento provava la sensazione di soddisfare i suoi appetiti, mentre avvertiva di continuo l’impulso a soddisfarli. Una volta diventati consapevoli del problema, i suoi medici sono riusciti con i farmaci a mettere subito sotto controllo le sue pulsioni, anche se a costo di una sorta di castrazione chimica.
Nella mia lettera ai giudici, ho scritto: «Il signor B. è un uomo di intelligenza superiore, di discrezione morale e sensibilità concrete che, in un certo periodo della sua vita, è stato spinto a comportarsi in modo non consono rispetto al solito, mosso da un’irresistibile pulsione fisiologica. È rigorosamente monogamo. Nella sua storia o nella sua attuale condizione non vi è nulla che lasci intuire che è un pedofilo. Non rappresenta un pericolo né per i bambini né per nessun altro».
Al termine del processo, la giudice ha stabilito che Walter non era responsabile per il fatto di avere la sindrome di Klüver-Bucy, ma era colpevole per non aver parlato subito del suo problema ai medici che avrebbero potuto aiutarlo, e per aver proseguito per molti anni a tenere un comportamento che, finanziando un’industria criminale, è infamante per il prossimo. «Il suo non è un crimine senza vittime» ha detto la giudice, condannandolo a ventisei mesi di carcere, seguiti da venticinque mesi di arresti domiciliari e da un ulteriore periodo di cinque anni di libertà vigilata. Walter ha accolto la sentenza con un notevole livello di compostezza. È riuscito a sopravvivere al carcere con poco trauma e ha fatto buon uso del suo tempo: ha dato vita a una banda musicale con altri carcerati, ha letto moltissimo e ha scritto lunghe lettere.
Gli attacchi e la sindrome di Klüver-Bucy di Walter sono rimasti sotto controllo grazie ai farmaci, e sua moglie è stata al suo fianco durante gli anni del carcere e degli arresti domiciliari.
Oggi Walter è un uomo libero e i due hanno ripreso in buona parte le loro vite di sempre. Frequentano ancora la chiesa nella quale si sono sposati molti anni fa, e lui è attivo nella sua comunità. Quando l’ho incontrato, di recente, si stava chiaramente godendo la vita, confortato dal fatto di non avere più segreti da nascondere. Irradiava una sensazione di benessere che in precedenza non avevo mai rilevato in lui. «Sto veramente bene», mi ha detto.
© 2015 Oliver Sacks. Traduzione di Anna Bissanti