lunedì 12 ottobre 2015

Repubblica 12.10.15
“Scandalo gay”, zuffa tra parrocchiani
Trasferiti due sacerdoti, protesta un gruppo di fedeli: tensione alla messa
di rory Cappelli e Liborio Conca


ROMA. La messa è finita. Ma nessuno se ne va in pace. Un gruppo di parrocchiani capeggiati dal portavoce Giuseppe De Ninno, infatti, avanza a grandi passi sul sagrato per chiedere a papa Francesco un intervento che «riporti serenità, giustizia e pulizia all’interno di questo benemerito ordine». Un altro gruppo attacca il primo sottolineando che «non fate neanche parte di questa parrocchia». A quel punto tra le due fazioni volano insulti e un uomo viene addirittura bloccato per evitare che scoppi una rissa. Intanto il parapiglia va avanti: «Volete solo seminare zizzania, è una vergogna! » ripetono i fedeli. «Frequento questa chiesa da 50 anni, mai visto niente del genere: in un momento come questo, poi!», tuona un uomo che indossa un completo beige con la camicia aperta, occhiali, e voce indignata.
All’indomani della rivelazione di un presunto scandalo a sfondo sessuale che riguarderebbe la Curia dei carmelitani scalzi, per la parrocchia romana di Santa Teresa d’Avila, adiacente all’ordine carmelitano, la domenica si fa rovente.
La vicenda, finita in questi giorni sulle cronache dei giornali per approdare infine in procura dove è stato aperto un fascicolo (per ora senza indagati e senza ipotesi di reato), è stata denunciata dal gruppo di “moralizzatori”, 110 persone in tutto, in una lettera inviata al Papa e al cardinale vicario di Roma Agostino Vallini: un alto esponente della Curia generalizia, hanno scritto i parrocchiani, avrebbe frequentato nel tempo alcuni «adulti vulnerabili», come vengono definiti nella missiva, intrattenendo con loro rapporti di natura sessuale. Uno degli uomini coinvolti sarebbe stato in seguito vittima di un’aggressione a Villa Borghese che nel 2006 lo fece finire in coma. A complicare ulteriormente il quadro, il trasferimento del parroco e del viceparroco di Santa Teresa: quello che dagli ambienti ecclesiastici viene descritto come un normale avvicendamento, per il portavoce del gruppo di parrocchiani è un tentativo di insabbiare lo scandalo.