sabato 10 ottobre 2015

Repubblica 10.10.15
Note spese compilate mesi e mesi dopo
Scontrini accumulati per molto tempo e poi giustificati in base all’agenda
Così è nato il pasticcio


ROMA Ha ragione (almeno in parte) il sindaco Ignazio Marino quando, nell’intervista al quotidiano La Stampa, sostiene a proposito delle sue note spese: «Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi».
Ha ragione (almeno in parte) perché è vero che a occuparsi dei rimborsi non è il sindaco direttamente, ma la sua segreteria particolare, strutturata in seno al Gabinetto capitolino. E che in genere la verifica sulle date delle cene di lavoro si fa in automatico, incrociando gli scontrini con l’agenda istituzionale del primo cittadino. Tuttavia un problema per Marino c’è. E cioè che, se sorgono dubbi in sede di controllo di congruità, è proprio a lui che si va a chiedere conferma. Visto che sempre a lui tocca poi dichiarare — «sotto la mia responsabilità», recita il giustificativo — con chi è stato e perché.
È uno dei componenti la segreteria particolare del sindaco Marino a raccontare a Repubblica, dietro garanzia di stretto anonimato, come sono andate veramente le cose. E come sia stato possibile che il chirurgo dem abbia scritto il falso: ovvero di essere stato al ristorante, a spese del Campidoglio, con ospiti che in questi giorni hanno smentito. Il pasticcio a quanto pare provocato da una modifica delle procedure.
Fino a che sindaco era Gianni Alemanno, infatti, una delle sue segretarie raccoglieva le ricevute, per poi “accoppiarle” ogni fine mese con le cifre dell’estratto conto inviato dalla banca (cui è appoggiata la carta di credito comunale) e con gli appuntamenti in agenda. Il capo di Gabinetto vistava la documentazione. Infine la inviava al Cerimoniale.
Con il cambio di giunta, però, il nuovo capo dell’ufficio, Luigi Fucito, introduce i giustificativi: d’ora in avanti non sarà più il dirigente a “garantire” per il sindaco, ma lo stesso sindaco ad avvalorare le sue note spese. Il chirurgo dem si insedia a metà giugno di due anni fa. Ma per diversi mesi nessuno si occupa dei suoi scontrini. Col risultato che ricevute ed estratti conto si accumulano sulle scrivanie. Finché qualcuno non si accorge della dimenticanza, anche se non è chiaro quando.
A quel punto scatta la corsa per mettere tutto a posto. Ma è passato del tempo. Tanto. La fonte non ricorda quanto di preciso, ma comunque mesi. Non a caso le cene contestate portano la data del 2013. Gli uffici si affannano nell’incrocio tra fatture e agenda che costerà caro a Marino. Quando per esempio leggono che nel pomeriggio del 6 settembre ha ricevuto in Campidoglio l’ambasciatore del Vietnam, presumono che quella sera lo abbia invitato al ristorante. Ma certo non basta a spiegare, uno fra tanti, il convivo festivo del 26 dicembre. «Se però c’erano dubbi », conclude la fonte, «chiedevamo direttamente al sindaco. Non sempre però ricordava con chi fosse stato e perché».
(gio.vi.)