La Stampa 5.10.15
E Denis in tv “canzona” Gotor
La minoranza Pd in trincea
L’ex di Forza Italia parafrasa Modugno e sfotte la sinistra
Ala inquieta anche l’Ncd, che giura: noi ci saremo sempre
di Amedeo La Mattina
Luca Lotti si fa grandi risate al telefono con Verdini. Battute fiorentine con l’h aspirata, motivi canori come quello che ieri l’ex plenipotenziario di Berlusconi ha intonato nell’intervista a Maria Latella su Sky. «La maggioranza sai è come il vento e rischia di finire in Migliavacca, e quando Gotor si sveglia e s’inc...». Parafrasando «La lontananza» di Domenico Modugno, Denis si sente a casa con i renziani. Si diverte a fare il mostro di Lochness che spaventa i bersaniani quando dice che i suoi senatori voteranno pure la legge di stabilità che abbassa le tasse e la riforma della Giustizia. Vincenzo D’Anna chiede però di separare le carriere del magistrati. Le intenzioni dei verdinani sono chiare. E il loro capo finalmente si palesa in tv, esce dall’ombra, avvertendo la sinistra Dem che se loro non votano le scelte di Renzi ci penserà la sua riserva parlamentare: «Allora in quel caso lo scenario cambia».
Nuova maggioranza con il centro ex berlusconiano al gran completo. Alfano e Verdini si ritrovano insieme in maggioranza e poi alle elezioni politiche magari fanno una lista comune che si allea con il Pd. «Oppure precisa il senatore Minzolini il gruppo di Verdini diventerà il gruppo prevalente nella maggioranza: potrebbe finire che il ministero degli Affari costituzionali, che dovrebbe andare ad Alfano se lo pappa Denis». Il capogruppo Ncd Schifani si affretta a rifare i conti. Spiega che l’assenza dei suoi 7 senatori al voto sull’articolo 2 è stato un caso. Che la maggioranza c’è anche senza gli amici di Denis, che però fa i suoi conti e avverte: i senatori Dem sono solo 113. Insomma, amici del Pd, i nostri voti non puzzano, state tranquilli, con il Pd non abbiamo nulla a che spartire. «Vogliamo ricostruire il centro, dare una mano a questo Pd, che ha all’interno idee del passato e del trapassato. C’è Renzi che non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista».
Gotor ha molti dubbi sul liberalismo di Denis. Smentisce Renzi e Boschi: non è vero che tutti i 13 verdiniani hanno sempre votato la riforma costituzionale; 7 di loro non l’hanno mai fatto. E quindi canticchia il motivo del musical «aggiungi un posto a tavola, c’è un amico in più». La pax tra i democratici traballa. «Il paradosso dice Gotor è che il rottamatore Renzi si è preso i rottamati di Berlusconi. Nel patto del Nazareno c’era un nucleo nascosto che sta venendo fuori, ora con voti occasionali ma in prospettiva diventeranno stabili. Il rischio è che il Pd venga snaturato e noi rimaniamo nel partito come ultima trincea per scongiurare questa deriva». Bersani, Gotor, D’Attorre, Speranza pensano che ormai si sta consolidando una nuova maggioranza. Immaginano già modifiche all’Italicum, con l’introduzione del premio di maggioranza alla coalizione: il Pd si alleerà con una lista di centro Alfano-Casini-Verdini e i cosentiniani d’Italia.