venerdì 2 ottobre 2015

La Stampa 2.10.15
La ricaduta di Marino
di Antonio Macalus


Anche ieri ennesima ordinaria assurdità del sindaco-gaffeur Ignazio Marino. Ad appena 68 giorni dall’inaugurazione del Giubileo.
L’ha rifatto. Nell’impossibile tentativo di giustificare l’ennesimo pasticcio — quel viaggio americano che gli è costato, tra l’altro, una dura smentita da parte del Papa — Ignazio Marino è andato in tv e ha criticato proprio quella smentita: «Io non sono il Santo Padre — ha detto (bontà sua… ndr ) — ma se quella domanda l’avessero fatta a me, avrei detto che non è questo il tema e lo scopo della conferenza stampa».
O ra, non bisogna essere dei raffinati analisti per immaginare che il sindaco-gaffeur abbia scavato un altro solco sulla già dissestata direttrice Campidoglio-Vaticano. A soli 68 giorni dall’inaugurazione del Giubileo. Sarebbe bastato questo per «fare la giornata», l’ennesima di ordinaria assurdità, ma Marino non si è risparmiato e ha regalato chicche come «io non sono un sindaco sceriffo che gira con le pistole, io faccio il sindaco che amministra…» o ancora: «la città ha fatto una sorta di reset, come un computer. Abbiamo pulito la casa, rimesso l’impianto elettrico, riaperto l’acqua, la luce e adesso stiamo ricostruendo…». Promettendo che «i romani se ne accorgeranno». Avesse pure ragione, meglio tardi che mai. E ci lasci comunque, il sindaco, il diritto di essere un po’ scettici sulle sue parole, dal momento che a oggi il saldo della sua gestione è assai negativo e asfaltato da un mix di arroganza e furbizia. Come proprio è il caso di questo ennesimo viaggio, nato in un modo, presentato in un altro e finito come il più devastante dei boomerang.
Il sindaco ha ripetuto ancora ieri che l’attività di rappresentanza fa parte del suo lavoro, cosa della quale nessuno ha mai dubitato. Ma la rappresentanza si deve sposare con la chiarezza di intenti, la trasparenza dei costi, l’opportunità sulla scelta dei tempi. E su questo è evidente che proprio non ci siamo. Le troppe ambiguità su chi ha pagato cosa e a chi nell’ultimo viaggio americano, non sono un bel segnale. Di sicuro Marino ha una gigantesca considerazione di se stesso e alla bufera risponde con un nuovo annuncio: il 6 novembre torna a New York.