La Stampa 29.10.15
Se anche la Ue asseconda i piani del sultano
di Marco Zatterin
Da molti ottobre è l’appuntamento di ogni metà ottobre, ma stavolta no. Il rapporto sullo stato del negoziato sulla possibile adesione di Ankara all’Ue - insieme con i testi relativi agli altri aspiranti soci del club a dodici stelle - arriverà solo in novembre. In una data ancora non definita, ma successiva alle elezioni turche di domenica. Più fonti dicono che sia stato il presidente Erdogan a chiedere a Jean-Claude Juncker il rinvio della pubblicazione dei documenti, dei quali è immaginabile il tono critico, sui diritti umani e costituzionali, come sulla libertà di stampa. E che il lussemburghese abbia accettato per non turbare le già complesse relazioni con l’amico più scomodo e necessario che l’Unione si ritrova in questi mesi. La drammatica ondata migratoria costringe l’Ue a mantenere vivo il dialogo con chi ospita 2 milioni di rifugiati e potrebbe lasciarli passare se fosse contrariato. Offrendo il fianco a possibili critiche, Bruxelles ha deciso di congelare i suoi giudizi cartacei anche a costo di subire pressioni che potrebbero somigliare a un ricatto. È la nuova Commissione che vuole essere un attore «politico». Anzi «realpolitico».