La Stampa 19.10.15
Unioni civili, i vescovi attaccano: “Il governo dimentica la famiglia”
La Cei: non siate strabici. E Boschi va in piazza San Pietro ad ascoltare il Papa
di Giacomo Galeazzi
Boschi In tv ha chiarito: «Sulla stepchild adoption ci sono opinioni trasversali. Il Pd lascerà libertà di coscienza su questo tema»
Quattro mesi fa a piazza San Giovanni il «Family day» aveva dato voce alla protesta della base cattolica: associazioni, comitati spontanei, gruppi parrocchiali. Adesso lo stop arriva dal vertice della Chiesa. «Con il ddl Cirinnà si mette all’angolo la famiglia». Altolà dei vescovi.
Il segretario Cei, Nunzio Galantino chiede che «la politica non sia strabica: non si può pensare a un governo che sta investendo tantissime energie per queste forme di unioni particolari». E «di fatto sta mettendo all’angolo la famiglia tradizionale che deve essere un pilastro della società». Alla trasmissione di Rai 3 «In mezz’ora», Galantino boccia il ddl Cirinnà. «Se potessi farei una legge sulla famiglia e per la famiglia, non farei questo». Ma nessuna riedizione delle pressioni anti-Pacs del 2007. Non ci sarà attività di lobby in Parlamento per non far passare la legge. La Cei si rivolge a tutti, trasversalmente contro le unioni civili.
Appello ai parlamentari
«Non mi piace parlare di lobby per non far passare la legge - precisa -. Voglio fare un appello ai cattolici, ma non solo, perché togliamoci dalla testa che la famiglia fatta da padre, madre e figli sia un problema della Chiesa. La famiglia che assicura il futuro alla società è una realtà, presente nella Costituzione e riguarda tutta la società». Nessuna ingerenza ma fermezza.
Un appello «non per non fare, ma per fare». Invece «si dà l’impressione che in Italia ci sia solo il problema delle coppie di fatto e non i problemi delle famiglie normali. A noi non va bene». La Cei non invade il campo della politica, però «vuole capire con quali attività si può arrivare a efficaci interventi, rispettando i livelli». Sempre.
Insomma, evidenzia Galantino, «come credente e cittadino gradirei che si mettesse in atto quanto dice l’articolo 29 della Costituzione sulla famiglia fatta di padre, madre e figli». La Cei non si rivolgerà ai parlamentari cattolici per ottenere la loro obiezione di coscienza sulla legge. «Spero che il Parlamento non ne abbia bisogno, non serve un Parlamento al giogo del prete di turno - afferma -. Spero in un Parlamento che non ha bisogno del vescovo o del Papa che glielo dicano». Senza lobbying.
Fermezza senza crociate
«Spero che si riesca ad avere con chiarezza attenzione alla famiglia fatta di padre, madre e figli e che il governo stia attento anche ad altre realtà che hanno bisogno di essere accompagnate - sottolinea il numero due della Cei -. Il governo non è la Chiesa. Ma io chiedo che la politica non sia strabica. Non si può pensare a un governo che sta investendo tantissime energie per queste forme di unione particolari e dall’altra sta mettendo all’angolo con la politica fiscale la famiglia fatta di padre, madre e figli che deve essere il pilastro della società». In piazza San Pietro ad ascoltare il Papa parlare di famiglia, anche il ministro delle Riforme, Boschi. La Cei fa appello alla coscienza dei parlamentari, indica come priorità la famiglia tradizionale, però riconosce che il governo può «essere attento ad altre realtà, che hanno bisogno di essere accompagnate». E avverte: «Quanto fatto per la povertà non basta». Nessun diktat. Collaborazione per il bene comune.