La Stampa 11.10.15
Marino prepara la controffensiva
Il Pd: chi lo appoggia è fuori
Il sindaco incontra i presidenti di Municipio e cerca sponde in consiglio comunale tra gli anti-renziani e Sel. Ma ribadisce: domani presenterò le mie dimissioni
di Francesco Grignetti
Un’altra giornata particolare. Ignazio Marino per tutto il giorno è stato asserragliato in ufficio a studiare le mosse. Mentre si moltiplicavano i boatos, il sindaco dimissionario di Roma ha taciuto finchè a sera non ha incontrato alcuni presidenti di Municipio - hanno risposto al suo appello in sei su quattordici - e quindi ha ribadito che domani presenterà le sue dimissioni «che diventeranno effettive e irrevocabili nell’arco dei venti giorni successivi».
«Ogni scenario che avete visto circolare in questi giorni è solo veleno ed è privo di fondamento», ha detto il sindaco. Il che non significa che abbia gettato la spugna. Tutt’altro. Il passaggio in consiglio comunale sarà forse il primo passo di una carriera politica fuori e contro il Pd renziano.
Interessante è il messaggio che Marino ha consegnato ai presidenti di Municipio, i quali, detto per inciso, di andarsene a casa proprio non vorrebbero. «La nostra priorità è non cancellare, al di là delle vicende politiche, il lavoro impostato in questi due anni, perché questo fa una classe dirigente responsabile verso i cittadini».
Ecco le paroline magiche: non cancellare il lavoro di questi due anni. È la sua linea Maginot. Marino infatti chiedeva a Matteo Orfini e a Renzi un onore delle armi che non ha ottenuto. Anzi, ha letto parole durissime. E a quel punto è nata l’idea della controffensiva.
Forte di un certo consenso che sta montando nei social (ci sono 28 mila firme in calce a una petizione a suo favore sul sito change.org, 500 mila visualizzazioni del suo ultimo videomessaggio, 10 mila «mi piace» sul suo profilo Facebook), sentito che lunedì ci sarà un sit-in a suo favore, tastato il polso all’area antirenziana in consiglio comunale, visti anche i mal di pancia in Sel, Marino sta accarezzando l’idea di favorire una spaccatura del Pd e di mettersi a capo della sinistra-sinistra capitolina. Qualcuno sembra anche fargli da sponda in Consiglio comunale, ma il Pd ha fatto sapere che chi lo appoggiasse sarà fuori dal partito.
Non si profila tanto una resistenza in Campidoglio, dunque, ma nella città e un domani nelle urne. Si parla di una lista civica che troverebbe naturale confluenza in quella Cosa rossa che i vari Vendola, Landini, Civati, Fassina e Cofferati stanno progettando per l’autunno. Lo incoraggia anche il sostegno incassato da intellettuali come Gian Giacomo Migone, Ennio Di Nolfo, Gustavo Zagrebelsky, Nicola Piovani o Alberto Asor Rosa. Né dimentica, Marino, l’ovazione che incassò al Festival dell’Unità, qualche mese fa, in chiave antirenziana. La scommessa è di portarsi dietro un bel pezzo del popolo di sinistra.