giovedì 29 ottobre 2015

Il Sole 29.10.15
Le ragioni di Washington
Un cacciatorpediniere Usa ha sconfinato al largo delle scogliere artificiali rivendicate dalla Cina
Rotte ricche e strategiche attorno alle isole Spratly
di Rita Fatiguso


È il commercio, bellezza. Questa la motivazione addotta dagli Usa al pattugliamento del cacciatorpediniere che ha sconfinato al largo delle scogliere artificiali rivendicate dalla Cina. E si capisce: lì, in quel punto, passano rotte commerciali da 5 trilioni dollari, il che rende la presenza di Pechino alquanto ingombrante. Ma chi stabilisce quale sia la rotta giusta e quali gli equilibri commerciali (e, quindi, politici) tra le diverse aree del mondo? Il caso delle isole Spratly fa riflettere sui network e sulle alleanze che a livello mondiale si stanno creando e sul ruolo che svolgono nel dialogo globale ridisegnando gli equilibri tra i vari Paesi, tra Est ed Ovest. Tra Cina e Usa. Tra Europa e Asia.
L’Apec è senz’altro spostata sull’Atlantico ma l’Indonesia bussando alle porte di Obama per chiedere di sottoscrivere il Tpp siglato dopo la partenza del presidente cinese Xi Jinping da Washington aggiunge ora un maggior tocco asiatico all’asse. La Cina che ha ospitato l’ultima edizione dell’Apec un anno fa, punta alla “sua” alternativa al TTP, il Rcep, che ricomprende in parte anche chi aderisce all’Apec. C’è l’Asean, poi, che non riesce a vivere completamente di vita propria, pur puntando all’ampliamento dell’area di libero scambio, troppo vicina com’è alla Cina. Economicamente protettiva, politicamente impegnativa.
In questo intrico, l’Asia tutta farebbe bene a guardare all’Europa attraverso l’Asem, l’Asia–Europe Meeting, alleanza creata nel 1996, che raggruppa una compagine ampia tra cui rientrano, oggi, tra gli altri, la Commissione europea, l’Asean, Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Russia. È il network che più annoda l’Asia all’Europa, un continente con il quale la Cina a sua volta – com’è noto - vorrebbe avere un rapporto molto più stretto. Mentre l’Asia è un’area in cui gli Usa vogliono tornare a giocare il loro ruolo di pivot. Un continuo elemento di contraddizione che, come si è visto, finisce facilmente nel gorgo dei Mari del Sud della Cina. Invece i Paesi asiatici e l’Europa hanno molti spazi di cooperazione. L’ultima edizione dell’Asem si è svolta in Italia, a Milano, l’anno scorso, durante la presidenza italiana del semestre europeo, il prossimo Asem Summit, l’undicesimo, si terrà nel 2016 in Mongolia.
Ma c’è una gran mole di lavoro che l’Asem sta svolgendo nel cammino verso la prossima tappa, oggi e domani alla Farnesina si svolge l’Asem Seminar dedicato all’accesso al credito, motore della crescita, l’evento si intitola Financing SMEs in Europe and Asia gli organizzatori - il Ministero degli Affari Esteri e la Banca d’Italia – hanno collaborato con l’Istituto Affari Internazionali (Iai), e con questo evento si sono fatti portavoce della necessità di agevolare l’accesso al credito per le pmi, semplificando e diversificando sia le procedure di prestito che le fonti di finanziamento. In Europa sono una forza trainante per la crescita economica. Nove aziende su 10 sono piccole e medie imprese, impiegano 2 su 3 dipendenti e producono 58 centesimi per ogni euro di valore aggiunto. In Asia, 4,5 su 5 attività commerciali sono rappresentati da piccole e medie imprese. Sviluppano mediamente il 66% dei posti di lavoro e il loro contributo al Pil è tra il 38%.
Tuttavia, sia in Europa che in Asia, l’attuale sviluppo trova ostacoli in un accesso limitato ai finanziamenti, tendenza riscontrabile anche in Italia. Il filo conduttore delle varie sessioni sta proprio nella necessità di rilanciare la cooperazione tra Paesi europei ed asiatici, favorendo la nascita di linee guida strategiche comuni per espandere l’accesso al credito delle Pmi e migliorare il quadro istituzionale per le loro attività. In un mercato globale sempre più complesso, le piccole e medie imprese rappresentano una forza trainante necessaria a una crescita economica sostenibile. Grazie proprio alla flessibilità delle loro strutture produttive, le Pmi possono facilmente adattarsi ai cambiamenti del mercato, stimolare la concorrenza e favorire l’occupazione. Sviluppando attività economiche e produttive diversificate sono un importante motore di innovazione e, soprattutto, hanno il potenziale per stimolare il commercio internazionale. Ecco perchè favorire politiche coordinate a sostegno delle imprese di medio calibro dovrebbe essere di fondamentale importanza per l’Europa e l’Asia, le aree del mondo in cui queste attività sono rilevanti e per questo possono essere valorizzate
per la crescita.