sabato 10 ottobre 2015

Il Sole 10.10.15
Marino rinvia a lunedì le dimissioni
Renzi: non c’erano alternativa. Dal governo altri 30 milioni al Giubileo
Il Vaticano: a due mesi dall’Anno santo solo macerie
di Ivan Cimmarusti e Andrea Marini


Il giorno dopo le dimissioni (per ora solo annunciate) del sindaco di Roma Ignazio Marino è stato carico di tensioni. Prima, il vicesindaco (uscente) Marco Causi ha annunciato la formalizzazione delle dimissioni del sindaco. Poi è arrivata la smentita di Valeria Baglio, presidente dell’Assemblea capitolina, nelle cui mani devono essere «protocollate» le dimissioni per far partire i 20 giorni che la legge dà al primo cittadino per poter eventualmente ritirare la sua decisione. In serata, infine è arrivata la nota ufficiale del Campidoglio: «Il sindaco formalizzerà le sue dimissioni lunedì 12 ottobre».
Uno slittamento di 3 giorni, con «difetto di comunicazioni», che ha inquietato il Pd, alla luce del videomessaggio di giovedì in cui il sindaco ventilava la possibilità di un suo ripensamento. Anche perché nel frattempo Sel ha fatto una sorta di apertura all’ex chirurgo, dopo le pesanti critiche dei giorni scorsi. Il segretario romano Paolo Cento e il capogruppo in Campidoglio, Gianluca Peciola, hanno detto: «Ora Marino venga in Campidoglio a spiegare le sue ragioni e le sue eventuali proposte. Sel ascolterà con rigore e attenzione». In realtà il Pd dà pochi margini a questa mossa del sindaco (catalogata come guerra di nervi): difficile arrivare a una «ricomposizione», ha detto ieri Causi. Anche perché i numeri in Assemblea per una maggioranza alternativa non ci sono. E il Pd ha sempre la possibilità di far cadere il sindaco con le dimissioni in blocco dei suoi consiglieri (a cui si aggiungerebbero le dimissioni di quelli di opposizione). Sel poi ha escluso «novità» nella sua posizione: il richiamo a Marino è una accusa contro la natura «extraconsiliare» della crisi provocata dal Pd.
Intanto la priorità del sindaco resta il Giubileo: lunedì o martedì ci sarà una giunta per discutere altri interventi. Mentre ieri il sottosegretario Claudio De Vincenti ha annunciato lo sblocco di altri 30 milioni per Roma. Ma ieri dall’Osservatore Romano (quotidiano della Santa Sede) sono arrivate dure critiche: «Ora la capitale, a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie». A parte «i gesti inopportuni e la superficialità» dell’ex primo cittadino, il giornale ha fatto notare le tante negative «certezze» della città, dalle infiltrazioni mafiose al «velo oscuro» sulla raccolta dei rifiuti, dall’inefficienza dei trasporti alla manutenzione delle strade.
Intanto una nuova accusa cade su Marino, dopo le contestate spese con soldi del Comune capitolino per cene private: il viaggio tra New York e Philadelphia, dal 23 al 29 settembre, potrebbe non avere piena natura istituzionale. L’ipotesi è del gruppo consiliare M5S, che ha inviato all’attenzione del procuratore aggiunto Francesco Caporale un esposto di sette pagine, che ora sarà valutato. A Philadelphia, Marino era stato invitato dalla Temple University per tenere un convegno sembra dietro retribuzione, anche se il compenso non sarebbe stato accettato dall’ex primo cittadino. Secondo i 5stelle «appare evidente che l’offerta di un compenso professionale esclude che il Marino abbia partecipato a detta conferenza in veste istituzionale e che pertanto il viaggio a Philadelphia potrebbe aver avuto natura mista privata-istituzionale».
In questo scenario anche il centrodestra prova a trovare un candidato unitario. Ma se il leader della Lega Matteo Salvini non fa mistero di apprezzare Giorgia Meloni (leader di Fdi), Silvio Berlusconi, leader di Fi, punta più su un candidato della società civile: «Auspico che tutti i partiti della nostra coalizione si ritrovino al più presto per valutare, senza preconcetti, le migliori candidature», ha sottolineato.