giovedì 15 ottobre 2015

il manifesto 15.10.15
Sui contratti Squinzi chiede ai sindacati di firmare come vuole lui
Camusso (Cgil): "Noi non firmiamo niente senza un aumento dei salari". La Corte Costituzionale ha obbligato il governo a riaprire e aggiornare i contratti ma sul tavolo ci sono soldi sufficienti per comprare "le caramelle" (Barbagallo, Uil). I motori della protesta dei pubblici inizia a scaldarsi con la scuola: in piazza il 24 ottobre per un autunno tutto concentrato sui contratti
di Mario Pierro


Sul fronte del rinnovo dei contratti di lavoro «il nostro obiettivo è riaprire le trattative: se i sindacati accoglieranno le nostre linee guida le trattative potrebbero ripartire ma vediamo cosa succede nei prossimi giorni». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgi Squinzi ieri parlando delle linee guida sui rinnovi contrattuali discusse al comitato tecnico di Confindustria.
Se i sindacati accettano le linee guida di Confindustria, allora la trattativa può ricominciare. Una condizione che non sembra, propriamente, un dialogo ma un prendere o lasciare con una pistola puntata alla tempia.
E i sindacati hanno rimesso la pistola in mano a Squinzi, invitandolo a spararsi per primo. «Squinzi dice che potrebbe riaprire il tavolo sulla contrattazione se accettiamo il suo decalogo che nel frattempo è diventato un pentalogo. Noi gli rispondiamo che senza congrui aumenti salariali non è possibile riaprire il tavolo» ha risposto Susanna Camusso segretario generale della Cgil.
«Il problema è semplice: la Corte Costituzionale ha stabilito che non è possibile non fare i contratti. Il governo sta annunciando da 300 a 500 milioni per fare i contratti del pubblico impiego. Quelli servono per le caramelle non per fare un contratto. Non è una cosa seria» ha detto il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, con una certa ironia.
«Credo che sia necessario attivare un tavolo di confronto serio tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e, oltre a Confindustria, tutte le altre associazioni datoriali. Abbiamo un modello da rinnovare, dobbiamo dare più spazio al secondo livello di contrattazione, perchè dobbiamo far ripartire la produttività» è la reazione della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Per il segretario generale della Flc-Cgil (scuola, università e ricerca) Mimmo Pantaleo, nel rinnovo dei contratti pubblici «le priorità da affrontare sono l’adeguatezza delle risorse nella legge di stabilità e il superamento dei vincoli imposti alla contrattazione dalle leggi Brunetta, Madia sulla riforma della Pubblica Amministrazione e 107 sulla scuola; occorre rafforzare i poteri delle Rsu sulla contrattazione decentrata superando l’attuale meccanismo dei controlli lunghi e arbitrari».
«Il Governo chiarisca — chiede il sindacalista — se intende rispettare la sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto il rinnovo dei contratti a partire da Luglio 2015 sia per la parte economica che normativa». Si prepara la mobilitazione dei pubblici e della scuola. Le decisioni saranno prese sulla scuola oggi, poi presidio degli Ata davanti al Miur il 22 ottobre e le manifestazioni regionali il 24 ottobre del personale della scuola. «Sono una prima risposta all’atteggiamento dilatorio del Governo».