domenica 25 ottobre 2015

Corriere La Lettura 25.10.15
Il ritorno del vilipendio
di Marco Ventura


Torna il vilipendio della religione. Secondo la Corte di Cassazione, ha commesso un delitto e dovrà pagare 800 euro di multa il settantenne che espose nel centro di Milano un trittico su tela raffigurante Benedetto XVI, il suo segretario monsignor Georg Gänswein e l’organo maschile, in modo da suggerire che i due fossero omosessuali, come confermava la didascalia. Per anni gli Stati islamici, Pakistan in testa, si sono battuti perché si mettesse al bando la «diffamazione della religione» e le liberaldemocrazie hanno neutralizzato il progetto. Il Piano di Rabat delle Nazioni Unite domanda ora agli Stati di combattere l’incitamento all’odio razziale e religioso e al contempo di proteggere la libertà d’espressione, abolendo il reato di blasfemia e ammettendo solo in casi estremi la punizione di chi ha offeso la religione altrui. I giudici del caso milanese, invece, sono rimasti alla dottrina della Cassazione di sessant’anni fa, ai tempi del moribondo Stato cattolico: la critica alla religione è lecita solo quando deriva «da una indagine condotta, con serenità di metodo, da persona fornita delle necessarie attitudini e di adeguata preparazione», mentre «trasmoda in vilipendio» quando «manifesti un atteggiamento di disprezzo verso la religione, disconoscendo alla istituzione e alle sue essenziali componenti (dogmi e riti) le ragioni di valore e di pregio ad essa riconosciute dalla comunità».