mercoledì 7 ottobre 2015

Corriere 7.10.15
Torino non ospita Riad: cultura di regime
Il Salone del Libro cancella l’invito all’Arabia Saudita. E l’ambasciatore protesta


L’Arabia Saudita non sarà ospite d’onore del Salone del Libro di Torino nel 2016. Il cda della Fondazione ha confermato il ritiro dell’invito dopo le polemiche per la condanna a morte del giovane saudita Ali Al-Nimr, accusato di aver partecipato a una manifestazione antiregime quando era ancora minorenne. L’ambasciatore Rayed Krimly ha rivolto un appello all’Italia a non interferire negli «affari interni» dell’Arabia Saudita e a non dare lezioni in tema di diritti umani.
TORINO Niente Arabia Saudita come ospite d’onore al Salone del Libro di Torino. Sulla scorta delle polemiche nate nei giorni scorsi dopo la condanna a morte del giovane saudita Ali Mohammed Al-Nimr, per aver partecipato a una manifestazione contro il regime di Riad quando era minorenne, il cda della Fondazione che gestisce l’evento ha confermato il ritiro dell’invito: non ci interessa portare a Torino culture di regime, ha spiegato il direttore editoriale del Salone, Ernesto Ferrero. Ospite dell’edizione 2016 non sarà uno specifico Paese, ma in generale la letteratura araba. Tramonta invece l’ipotesi di invitare il Giappone: «I contatti sono avviati» ha detto il presidente del Salone Giovanna Milella, ma forse il turno del Sol Levante sarà nell’edizione successiva. E tuttavia la stessa formula del Paese ospite ad ogni Salone potrebbe essere superata, ha lasciato intendere Ferrero, per puntare su temi e tipologie di culture.
Immediata la reazione dell’ambasciatore dell’Arabia Saudita a Roma, Rayed Khaled Krimly, che ha rivolto un appello all’Italia a non interferire negli «affari interni» del suo Paese e a non dare lezioni in tema di diritti umani. Il diplomatico ha invitato «coloro che mostrano interesse ai diritti umani ad approfondire la conoscenza dei casi particolari che si trovano a criticare». Poi ha citato i 14 reati di cui Al-Nimr è stato dichiarato colpevole, tra cui molti di carattere violento.
A questo dissidio si aggiungono problemi che evocano analogie tra il Salone del Libro e il Grinzane Cavour. Nelle settimane scorse Giuliano Soria, ex patron del premio letterario, ha dichiarato: «I fornitori venivano da me a dire: le diamo il 15% come a Picchioni?». Un’accusa che l’ex presidente del Salone ha rispedito al mittente, annunciando l’intenzione di tutelarsi «in tutte le sedi».
Nel frattempo il sostituto procuratore Gianfranco Colace aveva dato seguito all’esposto presentato da Stefano Buscaglia, che indicava Picchioni come la persona che gli avrebbe proposto di emettere fatture alla Fondazione per operazioni inesistenti «allo scopo di ottenere un ritorno economico per entrambi». Una vicenda, torbida e poco credibile, che è stata utilizzata da Colace per esaminare gli archivi del Salone, indagando su numeri, bilanci, rendiconti e scoperchiando magagne vecchie e nuove.
Dopo la nomina del presidente Giovanna Milella e del direttore editoriale, Giulia Cogoli, presto dimissionaria («Non ho trovato le condizioni per poter lavorare come avrei desiderato») e sostituita con il ritorno di Ferrero, si è scoperto un buco di bilancio che per il 2015 raggiunge i 500 mila euro e un’esposizione con le banche che sfiora i 5 milioni; nel 2014 il disavanzo avrebbe toccato quota 600 mila.
Inoltre è emersa la questione dei dati d’ingresso drogati, su cui lo stesso Ferrero ha compiuto ieri significative ammissioni. I dati, ha detto «venivano un po’ gonfiati, ma come fanno tutti», aggiungendo che comunque le istituzioni non versavano contributi più elevati in base alla maggiore partecipazione del pubblico.
Sta di fatto che nel 2015 Picchioni aveva dichiarato 341 mila presenze. Si scopre invece, che pur sommando tutti gli ingressi ai tornelli, le presenze reali al Salone non avevano superato quota 276.179. Oltre sessantamila in meno. I visitatori paganti sono stati 106 mila, 122 mila se si tiene conto anche dei biglietti omaggio. Tutti gli altri erano pass, abbonamenti, ticket non conteggiati nella prima lista. Nel 2014, le presenze reali si erano fermate a 300 mila, mentre quelle dichiarate erano 339 mila. Nel 2013 i visitatori furono 298.554, ma ne sono stati indicati 330 mila.
Intanto il sindaco di Torino Piero Fassino e il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino hanno nominato due nuovi consiglieri d’amministrazione della Fondazione: Piero Gastaldo, della Compagnia di San Paolo, e Massimo Lapucci, della Fondazione Cassa di Alessandra CoppolaRisparmio di Torino.