Corriere 2.10.15
Orfini: «Francesco per me è infallibile»
Matteo Orfini (Roma, 1974), è deputato e presidente del Pd
Dopo lo scandalo di Mafia Capitale, è stato nominato da Renzi commissario del partito a Roma
di Alessandro Capponi
ROMA «Io non sono credente ma... il Papa com’è noto è infallibile, non potrei mai dargli suggerimenti...». E ancora: il Campidoglio «si chiuda in operoso silenzio». Perché «bisogna non creare polemiche e pensare a lavorare». Soprattutto: «È il Pd che garantirà ai cittadini la soluzione ai problemi». Il Pd, non Marino: chiaro?
Certo, i problemi della città sono tali e tanti che, al momento, la dichiarazione di Matteo Orfini è utile per raccontare il cambiamento nei rapporti tra partito e sindaco: una «fase due» nella quale è il Pd a curare Roma, a prescindere dal dottor Marino. Una scelta netta, inequivocabile, perché Orfini fin qui ha sempre difeso Ignazio Marino: anche qualche mese fa, quando Matteo Renzi sembrò volersi liberare del sindaco. Così quando ieri mattina lo stesso commissario del Pd a Roma è andato in tv a dire che «Marino deve continuare a fare il sindaco», sì, ma «meglio di come ha fatto finora», è parsa evidente la nuova rotta decisa del Partito democratico.
Orfini, cosa significa che Marino deve «fare meglio il sindaco»?
«Serve un salto di qualità. Il Pd governa ovunque, siamo responsabili del processo di cambiamento: alcune cose stanno migliorando, penso alla pulizia della città, ma bisogna accelerare. Ed evitare di creare polemiche, pensare a lavorare».
Sì, ma Marino sembra polemizzare col Papa...
«Appunto, bisogna fare altro: le polemiche ci allontanano dalla vita dei cittadini. Trasporti, rifiuti, periferie: chi guida la città deve parlare coi risultati. Ora la giunta si chiuda in un operoso silenzio, e non si distragga tempo al Giubileo».
E però, vede, il sindaco riparte.
«Come ho detto, niente polemiche: non commento le trasferte di Marino. Ma perché il tema, per me, sono i romani che per ore rimangono nel traffico, quelli che aspettano l’autobus, quelli che vivono in periferia. Noi dobbiamo rilanciare la Capitale, stabilire un patto con i cittadini, lavorare con le associazioni di categoria, con i sindacati».
Marino ha limiti d’empatia con Roma?
«Devono dirlo i romani».
Lo dicono, almeno nei sondaggi: Pd sconfitto in caso di voto anticipato.
«I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Ai romani dico che il Pd ha affrontato seriamente i guai al proprio interno e adesso garantirà soluzione ai problemi di Roma».
Il Pd, non il sindaco.