giovedì 29 ottobre 2015

Corriere 29.10.15
FI litiga sulle unioni civili Berlusconi frena i contrari
Il confronto tra parlamentari. L’ipotesi della libertà di coscienza


ROMA Dall’accusa di «essersi catapultato a Palazzo Chigi» con la «manovra manipolata delle primarie del Pd» fino a un attacco ancora più diretto, «Renzi cambia la legge elettorale a seconda della sua volontà». Dalle parole che avrebbe affidato ieri alla direzione di Rivoluzione cristiana, il partito di Gianfranco Rotondi, viene fuori l’identikit di un Silvio Berlusconi sempre più barricadero. Quello di un leader pronto a schierare Forza Italia nell’esercito referendario che proverà a smontare, oltre alla riforma della Costituzione, anche l’Italicum. Lo dice senza giri di parole, l’ex premier. «Serve una crociata che impedisca che al ballottaggio delle politiche arrivino Pd e Movimento 5 Stelle». Da qui all’ipotesi di iscrivere il suo partito all’esercito che va dalla sinistra Pd alla Lega, passando per gli stessi grillini, il passo è breve. Brevissimo.
Ma se sull’opposizione al governo si accelera, sulle unioni civili — dossier in cui aveva recentemente tentato di portare Forza Italia su posizioni più aperturiste rispetto al passato — Berlusconi valuta lo schema della «libertà di coscienza» anche se non vuole schierarsi contro, essendosi già pronunciato a favore in passato.
Il primo capitolo del derby azzurro tra laici e cattolici si è consumato lunedì sera, nella riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato convocata proprio sulle unioni di fatto. Si presentano in una quarantina al massimo. E gli unici a esprimersi per un voto favorevole al ddl Cirinnà, alla fine, saranno di fatto Giorgio Lainati, Stefania Prestigiacomo e — anche se non del tutto — Augusto Minzolini. Gli altri iscritti a parlare — dai capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta fino a Daniela Santanché, passando per Maurizio Gasparri, Lucio Malan e Mariastella Gelmini — parlano contro l’ipotesi di aprire alle adozioni gay. Dal dibattito vengono fuori addirittura due proposte di legge. Una di Mara Carfagna, che riguarda le unioni civili tra omosessuali. E una presentata da Giacomo Caliendo, praticamente di segno opposto.
E così, anche lo schema della «libertà di coscienza» come punto di partenza entra in crisi. «La maggioranza di noi è contraria a qualsiasi estremizzazione che vada nella direzione di equiparare le coppie omosessuali a quelle etero», è l’analisi di Gasparri. Secondo il quale «Forza Italia deve avere una sua linea rispetto alla quale, a quel punto, ciascuno potrà muoversi seguendo la propria coscienza». Il secondo passaggio, quello in cui gli azzurri dovranno votare sul punto, è rinviato di qualche settimana. E Berlusconi, che vuole evitare ulteriori spaccature interne al suo partito, riesce così a portare a casa almeno l’obiettivo minimo. Quello di riuscire a prendere tempo.