Corriere 26.10.15
Martin Amis boccia Corbyn: «Un ignorante senza umorismo»
intervista di Fabio Cavalera
LONDRA Geniale, sempre controcorrente e provocatore, Martin Amis, lo è di natura e di professione. Non risparmia niente e nessuno. Questa volta la vittima nel mirino del fuoriclasse della letteratura contemporanea inglese è Jeremy Corbyn. Il che sorprende perché lo scrittore ha sempre manifestato le sue simpatie laburiste. Ma il nuovo leader non gli va proprio a genio. La pagella è da bocciatura imbarazzante: ignorante, privo di senso dell’umorismo, un tipo di terz’ordine. Insomma, un vero disastro. Al punto che col laburismo di tale specie, Martin Amis intende rompere i ponti.
L’occasione gli viene offerta dal Sunday Times che ne ospita un lungo articolo, irrisorio e cattivo. E lo si capisce dall’incipit: «Quando avevo 10 anni, il sabato mattino, mi accucciavo vicino alla radio per ascoltare le canzoni dei bambini». La preferita di Amis era «Carbon the Copy Cat» cantata da Tex Ritter, un texano che pronunciava Carbon come «Carbin». Carbon non era che un «maledetto e sciocco felino che vuole imitare animali di diverse specie». E Carbon è Carbin ovvero Corbyn.
Il ritornello della canzone viene ripetuto da Amis: «Come una pecora cerca di belare, come un uccello cerca di cinguettare, come un cane cerca di abbaiare. Prova e riprova… gli esce sempre miao». Quel gatto «maledetto e sciocco» per Amis è proprio Jeremy Corbyn che «ha imparato presto nella vita a dire miao e mai gli capitato di dire qualcosa d’altro».
È il pollice verso di un intellettuale che ha frequentato i circoli della sinistra sindacale britannica. E che ancora poco tempo fa dichiarava al Daily Telegraph : «È profondamente radicata in me la convinzione che non potrei mai votare per i conservatori. Ricordo quando venni negli Stati Uniti e avevo nove anni. Chiesi a mia mamma qual era la differenza fra i repubblicani e i democratici e lei mi rispose che a noi piacciono i democratici perché sono come i laburisti in Inghilterra». E diventò per davvero laburista.
Ma i tempi corrono e gli schemi ideologici di una volta si consumano, hanno bisogno di aggiustamenti. Martin Amis non ha mai cambiato sponda però si è spostato al centro ammettendo pure una certa stima per David Cameron, senza però votarlo. Lo strappo definitivo dell’autore de «La zona d’interesse», «Dossier Rachel», «Guerra contro i cliché», per citare le ultime opere pubblicate in Italia da Einaudi, è arrivato improvviso.
Una sciabolata al laburismo di Corbyn al quale rinfaccia di tutto. Non solo l’essere rimasto vincolato a politiche anni Settanta. L’attacco di Amis colpisce il neoleader su più fronti: «Corbyn dice che gli piace leggere e scrivere… il suo curriculum intellettuale dà l’impressione di rigidità, non è curioso». È «undereducated», in parole semplici: di scarsa cultura o ignorante. E gli fa difetto una delle virtù degli inglesi, il senso dell’umorismo.
Condanna senza appello. E il finale dell’articolo, come nello stile di un personaggio definito il «Mick Jagger della letteratura inglese», è la peggiore delle provocazioni per Corbyn: «È facile immaginare l’evoluzione del laburismo verso ciò che sarà l’equivalente dei repubblicani americani, disperati, retrogradi ed egocentrici… sempre più ostili alla democrazia e non meritevoli di un solo voto».