martedì 13 ottobre 2015

Corriere 13.10.15
per l’Onu un ruolo magro ma è meglio che ci sia
risponde Sergio Romano


Nella caotica successione di eventi che quotidianamente sta portando all’annientamento
della Siria come Stato e nazione, spicca la totale assenza dell’Onu. Tanto che ormai Paesi occidentali (Australia compresa) e Russia autonomamente decidono bombardamenti, incursioni e altri interventi senza minimamente preoccuparsi dell’Onu.
E allora a che serve questa enorme struttura, buona soltanto per dare un palcoscenico a
Stati che fuori da lì contano zero?
Carlo Papadia

Caro Papadia,
È certamente vero che il grande disegno di Roosevelt non è stato mai realizzato. Il presidente degli Stati Uniti ricordava il fallimento della Società delle nazioni e concepì, per sostituirla, una sorta di Società per azioni. Vi sarebbe stata una Assemblea degli azionisti, in cui ogni Stato, indipendentemente dalle sue dimensioni, avrebbe avuto diritto a un voto; e vi sarebbe stato un consiglio d’amministrazione (il Consiglio di sicurezza) in cui cinque grandi potenze avrebbero formato un «pacchetto di controllo». Per evitare che qualche decisione venisse presa contro la volontà di una delle grandi potenze, a ciascuna di esse fu garantito il diritto di veto. In altre parole il sistema avrebbe funzionato soltanto se i cinque, di fronte a una crisi, fossero riusciti ad accordarsi sulla migliore delle soluzioni possibili. Ma non erano passati tre anni dalla Conferenza di San Francisco, dove l’Onu nacque, prima che lo scoppio della Guerra fredda decretasse la morte del sogno di Roosevelt. Vi fu un caso in cui il Consiglio di sicurezza approvò, a dispetto dell’Urss, una importante operazione militare (contro la Corea del Nord nel 1950), ma vi riuscì soltanto perché l’ambasciatore dell’Urss aveva disertato l’aula in segno di protesta per la presenza sul seggio cinese di un delegato che rappresentava il nazionalista Chiang kai-shek invece del comunista Mao Zedong.
Dovremmo concluderne che l’Onu è inutile e che tanto vale decretarne la fine? Ci accorgeremmo, il giorno dopo, che il Consiglio di sicurezza può essere utile (come nel caso del conflitto fra Israele e gli Hezbollah libanesi nel 2006), che alcune Agenzie dell’Onu (come quella per i rifugiati) fanno un ottimo lavoro e che è sempre utile avere un luogo in cui discutere prima di prendersi per i capelli.
Quanto alla Libia e alla Siria (i due Paesi dove si combatte una guerra civile) ,l’Onu è presente con un mediatore: il diplomatico spagnolo Bernardino Leon per la Libia e il diplomatico italo-svedese Staffan de Mistura per la Siria. Il primo, negli scorsi giorni, sembra avere convinto le fazioni ad accettare un governo di unità nazionale; il secondo è alle prese con una situazione ancora più complicata, ma sarà molto utile se e quando si comincerà a discutere concretamente della transizione fra il regime di Assad e quello che ne prenderà il posto.