Corriere 11.10.15
Luxemburg e Lenin Due idee di comunismo
risponde Sergio Romano
Sto leggendo il libro «Lenin» di Ferdynand Antoni Ossendowski, libro che costò all’autore la nomea di nemico del popolo e per il quale l’Nkvd lo ricercò fino a che non ne ritrovò e riesumò il cadavere. Nel libro il protagonista appare come un cinico, ma la sua cattiveria viene più che altro manifestata con l’indifferenza piuttosto che con una reale malvagità. Mi ha colpito il fatto che Lenin giovane parla con ammirazione di Rosa Luxemburg, mentre una volta attuata la rivoluzione d’ottobre i loro destini si separarono e la donna non approvò le crudeltà a cui il rivoluzionario russo dovette ricorrere per realizzare il suo piano. Questo almeno è ciò che ho ricavato dalle mie letture. Potrebbe esprimere la sua opinione? Franca Piccinini
franchina.dolce@tiscali.it
Cara Signora,
I rapporti fra Lenin e Rosa Luxemburg passarono attraverso fasi alterne. Vi furono momenti in cui ciascuno dei due traeva spunti di riflessione dagli scritti dell’altro; e vi furono momenti in cui i due adottarono linee diverse scambiandosi frecciate polemiche. Alla nascita, Rosa era polacca, quindi allora russa, e aveva fatto i suoi primi passi politici negli ambienti socialisti di Varsavia; ma il cuore del socialismo europeo, agli inizi del Novecento, era a Berlino e nella classe operaia del Secondo Reich. Per trasferirsi in Germania sposò pro forma un operaio tedesco, ebbe diritto a un nuovo passaporto e cominciò una nuova vita nei ranghi della Social Democrazia tedesca. Ma era troppo indipendente per subire, senza distinguersi e dissentire, la disciplina del partito. Non era d’accordo con le tesi riformiste di Eduard Bernstein e sembrava essere in maggiore sintonia con il massimalismo di Karl Liebknecht, il deputato che nel 1914 aveva votato contro lo stanziamento dei fondi necessari alla guerra. Con Liebknecht, due anni dopo, Rosa Luxemburg fondò la Lega Spartachista e con lui preparò la rivoluzione del novembre 1918.
La rivoluzione tedesca durò un anno e fu una doppia guerra civile: la prima fra la Germania comunista e quella moderata, la seconda tra la fazione antibolscevica del socialista Gustav Noske e quella degli spartachisti di Liebknecht, Luxemburg e Wilhelm Pieck. Rosa aveva spesso posizioni originali, diverse da quelle dei suoi compagni e, in particolare, non approvava la durezza con cui Lenin, in Russia, stava sopprimendo ogni opposizione. Ma questo non impedì che la sua sorte fosse quella di Liebknecht e altri spartachisti. Fu arrestata nel gennaio del 1919, portata nel Tiergarten, il grande parco di Berlino, assassinata e gettata nel Landwehrkanal, uno dei molti canali che attraversano la capitale tedesca. Quanto ai suoi dissensi con Lenin, cara Signora, ho l’impressione che siano stati esagerati da chi voleva dimostrare l’esistenza di una corrente democratica nel comunismo delle origini.