Corriere 11.10.15
Se i rimborsi ai partiti fanno slittare le unioni civili
C’è da augurarsi che sia solo uno scherzo di pessimo gusto. Ma, conoscendo gli usi della politica nostrana, c’è il rischio che invece sia tutto vero e che sul serio, alla vigilia della sessione di Bilancio, al Senato approdi la leggina che sblocca i rimborsi ai partiti e non il testo sulle unioni civili. Già, perché sulla prima normativa c’è, manco a dirlo, un amplissimo consenso (solo i grillini sono contrari), mentre sulla seconda la maggioranza è divisa. La notizia non è ufficiale, ma potrebbe diventarlo a breve, a meno che il Parlamento non sia colto da un barlume di resipiscenza. La demagogia dell’a ntipolitica poco c’entra: nessuno vuole negare ai partiti quei rimborsi, previsti dalla legge, ma si potrebbe attendere che prima facciano la revisione dei loro bilanci. E, comunque, il nodo è un altro: se quella normativa va in Aula ora, significa che le unioni civili dovranno aspettare mesi perché poi il Senato si dedicherà solo alla legge di Stabilità. Significa, insomma, che i diritti vengono dopo la ragion di governo. C’è il pericolo che per non turbare gli equilibri della maggioranza, visto che il Nuovo centrodestra si oppone a quel testo, si preferisca non spingere sull’acceleratore della modernizzazione del Paese. Modernizzazione tanto cara al premier e che però non passa solo per il Jobs act e la riforma costituzionale. Possibile che Renzi, che riesce sempre a tenere a bada la sua minoranza, non possa spiegare ad Alfano che quella legge va fatta, s e non altro perché lui stesso ha preso l’impegno di approvarla entro l’anno? Si dirà che non si possono umiliare gli alleati ncd. Ma le unioni civili non sono un ddl del governo e quindi potrebbero passare con una maggioranza diversa, che già c’è. Del resto, Verdini ha annunciato che è pronto a votarle. La sua stampella va bene per la riforma e non per le unioni civili? A questo punto sorge il sospetto che Alfano sia solo l’alibi dietro il quale si nasconde Renzi.