sabato 10 ottobre 2015

Corriere 10.10.15
Il caso del prestito al padre di Renzi. Si muove anche la Corte dei conti
di Erika Dellacasa


Adesso si è mossa la Corte dei conti di Firenze per accertare se l’iter del prestito ottenuto nel 2009 dalla Chil Post, la società di Tiziano Renzi, padre del premier, è stato regolare soprattutto per quanto riguarda le garanzie fideiussorie. Tre giorni fa la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici di Fidi Toscana, la finanziaria partecipata dalla Regione e ha acquisito alcuni documenti. Nel 2009 la Chil Post ottenne un finanziamento di poco meno di 500 mila euro dal Credito cooperativo di Pontassieve (allora guidato da Matteo Spanò, amico «scoutistico» di Matteo Renzi), garantito da Fidi nell’ambito di un programma di sostegno alle aziende al femminile. Il prestito infatti faceva capo alla madre del premier, Laura Bovoli. Fidi si impegnava a coprire l’80 per cento del credito delle aziende nel caso questo non venisse onorato. Ed è proprio quello che si verifica con la Chil Post: i ratei di rimborso alla banca vengono pagati per due anni poi più nulla e la Chil Post è dichiarata fallita nel 2013. La Procura di Genova indaga Tiziano Renzi per bancarotta fraudolenta ma gli stessi pm hanno chiesto l’archiviazione: la decisione del gip è attesa a breve. Il giudice può archiviare, rinviare a giudizio Tiziano Renzi, o rimandare il tutto ai pm. Intanto però si è mossa la Corte dei conti toscana: Fidi infatti nell’estate del 2013 ha rimborsato 263.144 euro alla banca di Pontassieve ammessa fra i creditori dal Tribunale di Genova. La somma era dovuta in virtù della copertura a garanzia concessa da Fidi nel 2009. La somma è stata a sua volta rimborsata dal ministero dell’Economia nel 2014. Tutto regolare? È possibile, ma evidentemente la Corte dei conti vuole verificare che non ci sia stato un danno erariale .