sabato 10 ottobre 2015

Corriere 10.10.15
Cosa penso dell’uscita di scena di Marino
Mancanza di coraggio. Anche il suo partito avrebbe avuto il dovere morale di trattarlo con rispetto e con dignità
di Claudio Magris


L’ altra sera, mentre guardavamo non ricordo più quale interscambiabile talk show , mia moglie si è alzata, nauseata dal tritacarne cui vedeva venir sottoposto un uomo, e abbiamo spento con disprezzo la tv, perché c’è un limite allo spettacolo di un linciaggio, indipendentemente dal poco o molto valore possa avere la vittima. In queste settimane la caccia a Ignazio Marino, inseguito come il fuggiasco di una piantagione del vecchio Sud dai cani da schiavi, è stata una vigliaccata repellente.
Non intendo difendere Marino, eccellente medico e ritengo persona degna di rispetto che si è dimostrato inetto alla carica di sindaco, carica ancor più difficile nel caso del Comune di Roma. È stato incauto nell’accettarla. Per un uomo, si tratta di un peccato contro se stesso, di un gesto contro la propria natura. Per un politico, è un’irresponsabilità e dunque una colpa nei confronti della società. Per il partito che lo colloca proprio in quel ruolo a lui non congeniale è un errore ancor più grave, un’incapacità di scegliere la classe dirigente, gli uomini giusti al posto giusto.
Tutto questo non autorizza la canea coatta e gregaria, l’accanita, compiaciuta e vomitevole ferocia con la quale, anziché giustamente cercare di sostituire una persona o un partito in una determinata posizione di responsabilità e di potere, ci si eccita giulivamente a distruggere un uomo. Anche il suo partito, comprensibilmente desideroso di sostituirlo, avrebbe avuto il dovere morale e il coraggio di trattarlo con rispetto e dignità.
Siamo in un Paese in cui regna la melassa del cuore, che magari si intenerisce dinanzi a un sacerdote che sciorina la sua vita sessuale retoricamente rivestita di alti significati proprio mentre sta per uscire in molte lingue il suo libro su tale argomento. Marmellata sentimentale e inconscio sadismo vanno peraltro spesso di pari passo, specie quando c’è licenza generale di scatenarsi, tutti insieme appassionatamente.
Se Marino ha compiuto illeciti, negligenze gravi o leggerezze inammissibili in un sindaco, è giusto che ne paghi tutte le conseguenze. Giudicato, se possibile, dalla magistratura e non dal branco e senza che gigantografie delle sue consumazioni al ristorante finiscano, domani, sulle pareti dei cessi pubblici. Di questo passo, prima o poi verranno affisse, come grida manzoniane, le fotografie dei tacchi delle nostre scarpe mentre, come tante volte in molti abbiamo colpevolmente fatto, stanno calpestando la cicca di una sigaretta buttata per terra.