Repubblica 3.9.15
Renzi: “L’Italicum non si cambierà”
Il premier: “Le riforme non sono un Monopoli”
Grasso: “Sull’articolo 2 il nodo è politico e non tecnico”
E parte la battaglia nella Giunta per il Regolamento. Zanda: “Va modificata, la maggioranza lì non ha i numeri”
di Giovanna Casadio
ROMA. Renzi comincia a scoprire qualche carta. Chiarisce innanzitutto che la riforma della Costituzione, deve procedere per binari suoi e non sarà oggetto di scambio con l’Italicum. Quindi se Berlusconi e i suoi immaginavano il giochetto «io ti voto la riforma del Senato e tu riprendi i mano la legge elettorale e la modifichi», la risposta del premier è: «No, non stiamo giocando a Monopoli dove c’è sempre una carta per tornare al vicolo Corto… è insopportabile: la legge elettorale Forza Italia l’ha votata con noi, poi ha cambiato idea. Parliamo di cose concrete che interessano gli italiani, basta con il politichese». E questo è un avvertimento rivolto anche alla minoranza del Pd, che per ora è in attesa. Bersani, l’ex segretario, si mostra prudente per non pregiudicare la mediazione: «Sulle riforme chissà come va a finire... l’incontro con Renzi? Non c’è stato».
Però le bocce non sono poi così ferme. Il premier si dice certo di «avere i numeri» per l’ok entro settembre, ma sono oscillanti e incerti. Se il presidente Grasso riapre la partita dell’elettività del nuovo Senato delle autonomie (nel disegno di legge Boschi a nominare i senatori saranno i consigli regionali), allora si balla. Da New York, Grasso invita a sciogliere il nodo politico, rivendica il suo ruolo di arbitro. A chi gli fa notare che è lui ad avere il boccino in mano, ricorda che la decisione potrebbe prenderla la giunta per il regolamento. Comunque su un comma all’articolo-cruciale (l’articolo 2) e relativi emendamenti il dibattito si riaprirà per forza. Proprio quello che Renzi e i renziani non vogliono. Il capogruppo dem a Palazzo Madama, Luigi Zanda annuncia battaglia sulla giunta per il regolamento: «La giunta da molti mesi ha una composizione che non rispecchia la proporzione dei gruppi in aula con la conseguenza grave che in giunta c’è una maggioranza diversa da quella dell’aula in contraddizione con quanto previsto sia dalla Costituzione che dai regolamenti parlamentari. Questa situazione ha prodotto la conseguenza che la giunta non può essere e non viene utilizzata». Parole inequivocabili. La richiesta sembra precisa: Grasso decida lui, non faccia il Ponzio Pilato.
C’è comunque un “lodo” Zanda- Finocchiaro. Sia la presidente della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro che il capogruppo dem hanno messo sul tavolo della trattativa due cose: blindare l’articolo 2, cioè non si tocca, ma si può prevedere nel testo della riforma la creazione di un listino di consiglieri regionali-senatori al momento delle elezioni regionali. Mano tesa alla minoranza dem? Vanninco Chiti, l’ex ministro delle riforme del Pd, ora nelle file dei dissidenti, boccia l’ipotesi e s’infuria: «Con la Costituzione non si scherza. Se davvero si vuole una mediazione, occorre riaprire l’articolo 2. Ma qui si ragiona per bandierine, ve l’immaginate cosa sarebbe oggi la nostra Costituzione se De Gasperi, Nenni, Togliatti si fossero comportanti come si sta facendo?».
Nella prossima settimana riunioni in vista tra le minoranze. Oggi Bersani è alla festa dell’Unità di Milano dove arriva anche la ministra Maria Elena Boschi. L’occasione per una chiacchierata c’è, sempre che sia la ministra a cercare l’ex segretario, il quale ha in programma un veloce ritorno a casa a Piacenza dopo il dibattito. Piuttosto dall’altra fetta di minoranza Bersani vuole sapere cosa farà sulle riforme, ad esempio dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che era della nidiata bersaniana ma ora è filo renziano o con Cesare Damiano.