giovedì 3 settembre 2015

il Fatto 3.9.15
“Tasse sulla casa via a dicembre”
Matteo insiste, ma l’Ue ribadisce il suo no
di Carlo Di Foggia


Segnatevi la data: 16 dicembre. Quel giorno, ha spiegato ieri Matteo Renzi, “gli italiani celebreranno, il funerale, delle tasse sulla casa”. In realtà solo quelle sulla prima (la Tasi). Il nervosismo del premier nasce da un dettaglio: Bruxelles è da sempre contraria ad alleggerire il carico fiscale sugli immobili (e sui consumi), su cui invece raccomanda di spostare quello che oggi grava su lavoro e capitale. Lo aveva già fatto quasi un anno e mezzo fa nelle sue raccomandazioni e martedì lo ha ribadito, nella forma delle “fonti anonime Ue”. Bruxelles n0n commenta mai le “indiscrezioni”, come ora è derubricata la promessa del premier di abolire la tassa sulla prima casa, visto che non ci sono testi. Ieri, Renzi ha rincarato la dose: “Ci siamo fatti il mazzo a trovare le coperture, figuriamoci se ora dobbiamo discuterne con Bruxelles. Questo modo di procedere con le dichiarazioni affidate a una ‘fonte’, mettessero nome e cognome... Un’Europa che si gira davanti ai barconi pensa di spiegarci cosa fare con le tasse? ”. Invece è quello che avviene da sempre. E infatti a stretto giro è arrivata la risposta di Bruxelles: “Fa fede quanto abbiamo già detto in passato”. Stesso discorso che dagli uffici della Commissione ribadiscono al Fatto: “Le raccomandazioni sono tutt’ora valide”. Dietro, c’è lo scontro sulla “flessibiltà”, su cui l’irritazione di Bruxelles è palpabile: dentro le regole Ue, non ci sono più margini, dopo lo sconto dello 0,25% nel 2015 e dello 0,4% nel 2016 già ottenuto. Restano 1,6 miliardi di “flessibilità”: pochi per una manovra da 30 miliardi. Il premier assicura che il confronto è già partito (e vale 17 miliardi), ma questo non risulta ai funzionari italiani della Commissione. Bruxelles dà segni di insofferenza, visto che l’unico sconto ancora possibile è sugli investimenti: 6 miliardi. Soldi vincolati, ma che il governo potrebbe, con un accrocchio, dirottare ad altri scopi. E così l’Ue ha aperto il fuoco preventivo.