sabato 26 settembre 2015

Repubblica 26.9.15
Grasso “taglia” l’ostruzionismo di Calderoli
Saranno ridotti a poco più di duemila gli emendamenti. Renzi: “Rispetteremo i tempi”
di Goffredo De Marchis


ROMA Piero Grasso si prepara a tagliare le decine di milioni di emendamenti presentati da Calderoli. «Lo ripeto: non consentirò a un singolo senatore e a un computer di mettere sotto scacco il Parlamento», dice il presidente del Senato nei suoi colloqui riservati. Dal senatore leghista ha ricevuto i dischetti digitali con le proposte di modifica e in questi giorni, fino a martedì quando saranno illustrati i testi in aula, li esaminerà insieme agli altri emendamenti presentati. Alla fine, è la convinzione di Grasso, non saranno più di 3000 gli emendamenti ammessi e non è affatto detto che a questo numero corrisponderanno altrettante votazioni. In alcuni casi potrà essere applicato il canguro, ovvero il sistema che consente la cancellazione di alcune proposte se se n’è votata una uguale.
Ma il gelo con Palazzo Chigi rimane. Grasso non ha ancora sciolto la riserva sulla modifica dell’articolo 2 e comunque potrà decidere su una serie di voti segreti, un pericolo per il governo e per i suoi numeri al Senato che dopo gli scontri dell’estate restano deboli.
Il presidente di Palazzo Madama difende la scelta dei tempi più lunghi concessi all’aula. Possono servire a lavorare su nuovi accordi, a convincere le opposizioni a ritirare alcune modifiche (quelle di Calderoli innanzitutto), ad affrontare le votazioni in un clima più sereno. Questa è la sua risposta al pressing di Matteo Renzi, alle sue osservazioni sull’arbitro che non deve fare il regista. «In fondo, il mio compito principale è far sì che l’aula si esprima con un voto», spiega Grasso.
Roberto Calderoli per il momento conferma i suoi 70 milioni di emendamenti. Ne ha cancellati 15 milioni sugli articoli 1 e 2. Ma non ha rinunciato a combattere anche su questi passaggi. Sul primo articolo ci sono 19 proposte a sua firma, sul secondo 6. «Usero qualsiasi metodo, matematico e non, per cacellare Renzi dalla scena politica», avverte l’ex ministro della Semplificazione. Il premier però sparge ottimismo: «Non ci saranno problemi, le riforme vanno avanti. L’abbiamo sempre detto, l’abbiamo sempre fatto. Le riforme sono il tentativo di rendere l’italia un pò più semplice, un pò più giusta. Finalmente le riforme portano alla crescita econonomica del paese».
Andrà bene anche secondo il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: «La scadenza che ci siamo dati è del tutto compatibile con i regolamenti parlamentari e noi cercheremo di rispettarla». Si è discusso per 18 mesi, è stato usato «un tempo congruo e ragionevole” per dibattere sulla riforma. «Se poi i parlamentari vogliono aspettare altri trent’anni...», conclude la Boschi.
La pace dentro il Pd regge, sebbe i senatori dissidenti abbiano confermato i loro emendamenti all’articolo, 2, quello sul quale Grasso dovrebbe ammettere solo modifiche mirate. La maggioranza vuole risolvere il problema dei grandi elettori del presidente della Repubblica. Con il teso attuale non sembrano sufficienti le garanzie per evitare una scelta di parte. Poi c’è lo scoglio dei poteri alle regioni, la modifica del Titolo V. Un intervento sugli articoli che regolano le competenze regionali potrebbe anche sbloccare il duro confronto con il Carroccio che naturalmente punta a far crescere i poteri federali. Ma le parole di Calderoli non lasciano presagire molti margini di trattativa. Anche se la partita deve ancora iniziare.